Nel turno infrasettimanale del girone G del campionato di Serie D (partite anticipate al Giovedì Santo per le festività pasquali), il Rieti fa visita all’Albalonga nella graziosa cittadina di Albano Laziale.

La sfida è davvero importante, sia per i sabini (che inseguono ad occhi aperti il sogno Lega Pro, essendo posizionati in classifica al secondo posto, a pochi punti dalla capolista Arzachena), sia per i castellani, che, dopo poco più di metà campionato giocato nei quartieri altissimi, hanno ridimensionato le proprie ambizioni, puntando comunque ai prestigiosi play ˗ off di fine stagione.

Insomma, ci sono tutte le premesse per una bella giornata di calcio e di tifo: ciò, unitamente alla bellezza dei luoghi, mi spinge a raggiungere l’ameno centro a pochi chilometri da Roma già in mattinata, per concedermi un giro turistico nella cittadina che trae il proprio nome dai castra Albana, l’alloggiamento, in età imperiale, della legio II parthica severiana albana.

Terminata la visita, verso le 14:00 mi avvicino allo stadio in tutta calma. Rispetto alla mia ultima comparsa da queste parti (per un Albalonga˗L’Aquila di qualche mese fa), l’atmosfera, nelle strade intorno all’impianto, è molto più distesa; raggiungo quindi facilmente il varco riservato ai fotografi e ritiro l’accredito (vorrei sottolineare la cordialità dei dirigenti locali, non sempre scontata in queste categorie).

Quando le squadre entrano in campo per il riscaldamento, decido di mettere piede anch’io sul terreno di gioco. Il manto erboso è in ottime condizioni, e la giornata è climaticamente perfetta. Nel frattempo, a mano a mano, gli spalti si riempiono (non si registra il tutto esaurito, ma la presenza complessiva di pubblico è dignitosa). Ad una decina di minuti circa dal fischio d’inizio, appare nel settore ospiti il contingente ultras reatino, seguito poco dopo da un gruppetto di giovanissimi sostenitori della squadra locale, che si sistema nella parte opposta dell’unica tribuna.

All’ingresso in campo delle squadre, gli ultras reatini srotolano uno striscione con la scritta: “Noi con voi, voi con noi”, con le lettere dipinte con i colori sociali della loro squadra: amaranto quelle della riga superiore, celesti quelle della riga inferiore; ad accompagnare coreograficamente il messaggio, si segnalano una bandierina amarantoceleste ed un “due aste” con la scritta “Rieti” su sfondo a scacchi, sempre con i colori del club.

Effettuate le foto di rito alle due formazioni, mi sistemo sul lato lungo del campo opposto alla gradinata, da dove posso osservare bene la situazione sugli spalti. I reatini si compattano dietro lo striscione da trasferta del “CUR” (acronimo di “Commando Ultrà Rieti”), affiancato da altre pezze (tra cui segnalo un “Vecchia Guardia”). A condurre il tifo è un gruppetto formato da una decina di ultras, mentre il resto del settore (abbastanza popolato per essere un giorno comunque feriale) segue la partita non in maniera attiva.

Gli ultras sabini propongono un repertorio caratterizzato soprattutto da cori secchi, cori a rispondere e battimani (anche se il sostegno risulta scandito da qualche pausa). Alla metà della prima frazione, rivolgono un simpatico omaggio ad un dirigente della loro squadra allontanato dal campo dal direttore di gara, probabilmente per qualche protesta di troppo. Si registrano un coro contro gli storici rivali viterbesi e un altro in cui esprimono il proprio desiderio di salire di categoria.

In campo, la loro squadra ˗ oggi con un completo formato da maglia bianca e calzoncini e calzettoni amaranto ˗ li premia, portandosi in vantaggio al 26’ con un colpo di testa di Scotto sugli sviluppi di un corner battuto da Demartis, dopo aver sfiorato più volte il primo gol di giornata. Bella l’esultanza dei ragazzi di Rieti, che si precipitano verso la recinzione per esultare con gli undici (il marcatore, tuttavia, decide di festeggiare questa importante marcatura presumibilmente con qualche caro).

Come detto, dall’altro lato, un gruppetto di giovanissimi (raccolti dietro alcuni vessilli con la scritta “Gate Pavona”, affiancati dallo striscione “Lady Albalonga”) si sgola per sostenere i calciatori di casa, soprattutto nella prima mezz’ora. Credo si tratti di una nuova realtà (nella sfida contro L’Aquila non furono presenti), che evidentemente vuol cercare di riportare il tifo al “Pio XII”. Cantano con molto entusiasmo, propongono battimani e sventolano due bandieroni. A differenza degli ospiti (tifoseria consolidata nel panorama ultras, con una lunga tradizione alle spalle), questa realtà locale è evidentemente in fieri: solo il tempo dirà se riuscirà ad affermarsi come un gruppo con una certa costanza nel seguire la propria squadra.

Dopo gli ultimi cori dedicati ai diffidati (intonati contemporaneamente dalle due parti), al 45’ l’arbitro fischia la fine del primo tempo. A causa di alcuni impegni personali, sono costretto ad abbandonare anticipatamente l’impianto. Lascio il manto erboso con le due squadre che si recano negli spogliatoi, mentre gli ultras reatini, facendo riapparire la bandierina ed il “due aste”, omaggiano ed incitano la squadra con un: “vi vogliamo così!”.

La partita termina con il risultato di 0˗1, come apprendo qualche ora più tardi. In virtù del pareggio dell’Arzachena a Sansepolcro, il Rieti si porta a -1 dalla vetta: il sogno, per i sabini, continua.

Andrea Calabrese.