Si gioca come lo scorso anno ad Ortona questa finale di Coppa Italia dell’Eccellenza Abruzzese, partita che apre il nuovo anno. La manifestazione riveste un doppio ruolo importante, perché la vincente oltre a conquistare l’ambito trofeo ed iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro della manifestazione, a febbraio potrà cominciare a gareggiare con le altre vincenti delle rispettive coppe regionali in un torneo d’Eccellenza Nazionale alla cui vincente si spalancheranno le porte della Serie D.
Proprio lo scorso anno e sempre ad Ortona, il San Salvo perse la finale contro la Renato Curi Angolana di Città Sant’Angelo, e quest’anno ci riprova speranzosa di miglior sorte. La divisione dei settori dello stadio viene fatta per sorteggio e questa volta ai salvanesi viene attribuita la tribuna coperta (lo scorso anno presero posto in quella scoperta), mentre ai tifosi del Pineto viene data quella scoperta, che di solito quando l’Ortona gioca in casa è il settore ospiti.
Già quando manca un’ora e mezza all’inizio della gara, che avverrà alle 15, si intravedono i primi tifosi, mentre il grosso dei tifosi del San Salvo arriva con tre pullman, un pulmino e molte auto private. I tifosi del Pineto invece, giungono ad Ortona con un pullman non molto pieno e qualche macchina.
Dentro lo stadio è schiacciante la supremazia a livello numerico dei salvanesi, infatti riescono a riempire la grande e capiente tribuna coperta quasi per intero. I tifosi del Pineto saranno quantificabili in un centinaio scarsi, con qualche bandiera e poco altro. Durante la partita assisteranno all’incontro in piedi, ma senza fare alcun coro e si noteranno per qualche strillo isolato e per l’esultanza al gol del momentaneo vantaggio della loro squadra.
Detto e visto questo la mia attenzione è tutta per i tifosi venuti da San Salvo, con gli ultras, oltre un centinaio, che prendono posto in un lato della tribuna, attaccando striscioni e stendardi. Con l’entrata in campo delle squadre tirano fuori una coreografia sicuramente da categoria superiore: nel mezzo espongono un piccolo copricurva con sopra disegnato il simbolo del gruppo, ai lati del quale ci sono delle strisce verticali bianco-celesti. In alto viene esposto uno striscione recante la dicitura: “NON AMO IL CALCIO PER I SUOI SCHEMI NÉ QUESTI SPALTI PER IL SUO CAOS”, poi in basso viene alzato un altro striscione a lettere più grandi che è il proseguo di quello in alto: “MA SOLO LA MAGLIA CHE DIFENDO!”. Verranno accese anche tante torce e nel complesso, lo spettacolo inscenato mi lascia di stucco.
Durante la partita i biancoazzurri cantano con mani alzate e battimani, oltre a sventolare bandiere, facendo uno smodato uso di torce accese, cosa sempre più rara di questi tempi e ne va ribadita la bellezza visto che continuano ad essere vietate e che le società continuano a pagar multe pur se usate correttamente e solo per far color; non ci si può che augurare che qualcosa cambi in termini di regolamento, prima o poi.
I salvanesi effettuano inoltre due belle sciarpate, una nella prima frazione ed un’altra nella seconda, così come belle sono le esultanze ai gol con l’accensione di altre torce. Diversi sono i cori indirizzati contro i vastesi e Vasto, cittadina da cui sono divisi da pochi chilometri.
Al fischio finale la gioia è irrefrenabile, sia in campo che sugli spalti, per questa Coppa sfuggita per un soffio lo scorso anno e finalmente conquistata in questa partita. I festeggiamenti si protraggono ben oltre la fine della gara, con il trofeo che passa praticamente nelle mani di tutti e la festa che proseguirà nella cittadina di San Salvo per questo storico traguardo.
Marco Gasparri.
- San Salvo-Pineto 3-1-16
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