Oggi, al Palaruggi, è attesa una delle due squadre di Piacenza, la Bakery.

La città emiliana, ad oggi, può vantare ben due squadre di basket che militano nello stesso campionato, la Bakery, appunto, e la Assigeco, anche se quest’ultima è stata per anni associata alla città di Casalpusterlengo, pur giocando le gare casalinghe tra Codogno e Lodi.

Gli ospiti piacentini, ad oggi, hanno il vanto di aver inflitto la prima sconfitta stagionale alla corazzata Fortitudo Bologna.

Quindi, forti del successo ottenuto la settimana precedente e dei proclami fatti dal loro allenatore e dal giocatore americano Voskuil, affrontano la trasferta imolese con propositi di vittoria che, senza dubbio, allettano i propri sostenitori, invogliandoli a seguirli al Palaruggi.

I sostenitori imolesi sono reduci dalla trasferta infrasettimanale di Treviso, alla quale hanno preso parte circa una ventina di sostenitori biancorossi (tanto di cappello ai ragazzi! NdA).

Oggi la curva di casa si presenta bella carica e, alla fine, la loro prestazione eguaglia quella della propria squadra, dal momento che riescono a mantenere costantemente quella intensità di tifo che accompagna i biancorossi per tutta la gara.

Molti cori, secchi e potenti scandiscono i canestri casalinghi, intervallati da numerosi battimani ritmati dal tamburo biancorosso.

Due belle sciarpate, una per tempo, colorano la porzione di curva da loro occupata, peccato solo che l’altra metà della curva rimanga poco reattiva (e qui forse c’è ancora da lavorare! NdA).

Fortunatamente, oggi nel palasport si sente anche la loro voce ed anche il resto del pubblico, chiamato in causa durante la gara, risponde positivamente alle sollecitazioni della curva.

Pertanto, una vittoria meritata per Imola, tanto sul campo quanto sugli spalti.

Due righe di dedica anche per i tifosi piacentini al seguito della propria squadra.

Discreto il loro numero, circa quaranta unità, hanno sventolato i loro vessilli ad inizio partita e suonato il loro tamburo per quasi tutto il tempo ma senza mai riuscire a farsi sentire dal pubblico di casa, se non in quei pochi istanti in cui i sostenitori locali prendevano fiato.

Personalmente, li simpaticamente definirei “la vecchia guardia”, in quanto il gruppo era composto da gente piuttosto “avanti” con l’età.

Complimenti a loro, quindi. Ma, mi domando, i giovani tifosi della Bakery Piacenza, dov’erano?

Tino Chinni