Oggi, per la prima volta, osserverò gli spalti del Palaruggi dal parterre.

Sono ancora nitidi i ricordi della mia prima partita imolese vista sui gradoni ora occupati dal gruppo Onda d’Urto, con la schiena rivolta verso il campo da gioco.

Era il campionato di serie B, stagione 1987/1988 e si giocava la prima sfida dei play-off, vinta contro l’allora Glaxo Verona, per il passaggio in A2.

I ragazzi che all’epoca riempivano la curva indossavano le sciarpe dei Vigilantes Vicenza, per via dei colori biancorossi, che qualcuno andava a comprare appositamente nella città berica.

Questa sera si gioca una partita che, in caso di vittoria, consentirebbe alla compagine biancorossa di consolidare la propria posizione in classifica.

Gli ospiti, sono gli Shark di Roseto.

Mentre i sostenitori imolesi sistemano gli striscioni e cominciano a scaldare la voce e sventolare la loro bandiera (che sarà attiva per tutta la gara, senza fermarsi MAI), gongolando ancora per l’impresa corsara di Cagliari, il settore si riempie alla spicciolata e raggiunge un discreto numero di presenze poco prima dell’inizio della gara.

A partita appena iniziata arrivano i Rosetani, con slogan scanditi e bandierine biancoblu tenute bene in mostra.

Sono circa trenta elementi, tra giovani e meno giovani, attaccano il loro striscione dietro la panchina ospite e cominciano a tifare nel classico stile del “pochi ma buoni”.

Assieme a loro sono presenti alcuni elementi della Fossa della Fortitudo, con cui imolesi e rosetani condividono un gemellaggio.

Infatti, alla fine del secondo quarto di gioco, saranno proprio gli imolesi ad avvicinarsi al settore ospiti per salutare gli amici bolognesi presenti assieme ai rosetani.

Il tutto, in un clima assolutamente disteso ed amichevole, un’immagine davvero significativa per chiunque ne capisca di ultras e dintorni.

I padroni di casa, posizionati in curva, incitano la squadra per tutta la partita, coinvolgendo diverse volte anche il resto del pubblico, in verità un po’ sornione.

I ragazzi dell’Onda d’Urto si fanno sentire, peccato che non riescano ad essere continui nel tifo a causa del numero un po’ esiguo, visto che il settore non risulta completamente pieno e la metà della curva che non canta, se ne sta tranquillamente seduta.

Mi domando, dov’è finita la mentalità di coloro che sanno che in curva si va per cantare?

Malgrado ciò, gli ultras imolesi riescono a prevalere con cori secchi e possenti rispetto al gruppo rosetano in inferiorità numerica, che a sua volta riesce a farsi sentire durante le brevi pause dei padroni di casa, con altri cori secchi e battimani.

Inoltre, i ragazzi dell’OdU riescono a colorare metà del loro settore con una sciarpata e sono autori di bei battimani, ritmati dal tamburo sempre presente.

Anche i ragazzi di Roseto sostengono fino alla fine la propria squadra, malgrado il risultato della partita sia per loro deludente.

Gioisce invece la tifoseria Romagnola, che festeggia la vittoria assieme ai propri beniamini, scandendo cori contro Forlì, acerrima avversaria di campanile .

Tino Chinni