Oggi al “Romeo Galli” di Imola va in scena l’ultimo atto di una stagione calcistica che nessuno dimenticherà mai, a causa un virus che ha condizionato ogni singolo essere umano e tutto quello che gli ruota intorno: famiglia, lavoro, amicizie, passioni.

L’ultima gara casalinga disputata dall’Imolese è stata il derby con il Cesena, dove gli Irriducibili hanno fatto sentire il loro incitamento verso i colori e verso la squadra.
Oggi si ritrovano all’esterno dello stadio per tifare i propri colori; sono circa una ventina di ragazzi che, tutti uniti, cominciano a cantare con cori secchi e battimani, aiutati dall’inseparabile tamburo, fedele come la sciarpa, che li ha accompagnati per tutto il campionato in casa e in trasferta.

I canti risaltano in uno stadio ovviamente deserto, e accompagnano le gesta dei giocatori.

Gli Irriducibili sono un gruppo di pochi elementi, i classici “pochi ma buoni”, ma molto attivi nel panorama di categoria. Finora non hanno mai fatto un passo indietro, ed i numeri in giro per lo stivale sono dalla loro parte. I ragazzi che li compongono hanno tutti dei compiti ben precisi all’interno del gruppo stesso.

Al triplice fischio finale, gli ultras rossoblu mettono in campo fumogeni e cori per i loro beniamini che, per regole di “distanziamento sociale”, non possono festeggiare come meritano. Ma il tutto è rimandato, di lì a poco, all’uscita degli spogliatoi della squadra, che viene festeggiata tra due ali di Irriducibili. Insieme cantano i cori che li hanno accompagnati per tutta questa strana stagione.

Una nota piacevole a margine di questa giornata, è il momento dell’uscita dallo stadio dei giocatori dell’Arzignano: anche loro passano tra le due ali di Irriducibili, che hanno applaudito ogni singolo giocatore avversario, a testimonianza di una mentalità unica.

Tino Chinni