Le estati che portano ad una nuova stagione calcistica, sono sempre a loro modo travagliate. Per quanto ci si riempia la bocca di teorie avveniristiche fra marketing e tattica, poi la realtà ci parla sempre troppo spesso di fallimenti sportivi che il più delle volte sono il preludio al solito stillicidio di fallimenti economici, rinunce, squadre X sui calendari. Quest’anno si aggiunge l’aggravante Covid, con gli stadi al 50% della capienza e tutte le (se vogliamo pur sacrosante) restrizioni che hanno aggiunto un tocco di malinconia in più a questa nuova stagione. Fra tifoserie che entrano, che non entrano, che entrano solo in casa o solo fuori, che sono entrate ma poi si son beccate multe per non aver ottemperato alle note disposizioni. Dare il primo calcio d’avvio, potrebbe essere il miglior viatico per riavviare una routine e con essa sperare pian piano di riacquisire a piccoli brandelli la normalità perduta.

In Imolese-Lucchese il gap con gli spalti pre-chiusura è ancora parecchio. Gli ultras ospiti infatti sono probabilmente ancora alla finestra, aspettando di capire come si evolverà la faccenda, con quale grado di severità saranno applicate le varie normative. In estrema sintesi, a Imola non ci sono. E con una delle due parti in causa fuori dai giochi, la partita perde già parecchi dei suoi motivi di interesse.

Quantomeno sono ai propri posti gli Irriducibili, gruppo che negli ultimi anni sta tentando di ricompattare il tifo per i rossoblu, di dargli un’impronta organizzativa migliore. Certo sono pochi, certo non collimeranno con l’idea russo-polacca che molti credono si debba oggi impersonare per andare allo stadio, ma ci sono. A far gruppo, creare socialità attorno alla (per qualcuno) vetusta idea di un gruppo ultras, a levare al cielo bandiere e sciarpe, urlare al cielo l’amore per la propria squadra. E questo è quanto basta. E questo è quel che conta.

In campo però, purtroppo per loro, la spunta la Lucchese con un goal a pochi minuti dalla fine del primo tempo, a cui l’Imolese non sarà capace di controbattere. Se non è stato certo un gran regalo per i tifosi di casa, potrebbe esserlo stato per chi, da Lucca, ha preferito non partire e restare a soffrire davanti alla radiolina. Anche se il regalo che tutti aspettano è quello di ritornare a vivere lo stadio appieno, fuori da questo incubo infinito iniziato a fine febbraio 2020…

Foto di Tino Chinni