Un sabato pomeriggio passando dalla Lega Pro alla Terza Categoria nel giro di poche ore. Unico obiettivo, respirare aria ultras. Da Monopoli a Castellana Grotte una distanza di circa 10 km che mi catapulterà da rigidi controlli a settori liberi. Le ambiguità del nostro calcio.

La classica delle Primavere, una giornata soleggiata, la temperatura è di quelle che ti consigliano di farti una bella passeggiata in riva al mare, o stare comodamente su un divano a fare zapping in tv o con un classico telefonino moderno da scrollare all’infinito.

Ovviamente declino felicemente questa prospettiva e mi dirigo al Veneziani con largo anticipo. Nel mio tragitto a piedi, è molto bello vedere tanta gente in giro con la sciarpa al collo. L’ubicazione dello storico stadio è in pieno centro cittadino quindi, tra i profumi delle cucine che divampano e gente che si ritrova sotto ai portoni con materiale della tifoseria addosso, il sapore del calcio passato diventa un misto di percezioni molto piacevoli.

Oggi l’occasione è ghiotta: rispetto all’ultimo divieto di trasferta imposto ai foggiani, a cui anche io sono stato costretto ad assistere, ci sarà un minimo di movimento del settore ospiti. A Cosenza la situazione ultras è simile a quella di tante tifoserie d’Italia che hanno la “sfortuna” di approdare nei campionati professionistici: la Curva Sud “Donato Bergamini” oggi è l’unica presente, a differenza degli “Anni 80” che non sottoscrivendo la tessera, non possono purtroppo essere presenti.

Il settore ospiti appare ovviamente spoglio e confusionario, ma nonostante tutto, i pochi presenti si fanno sentire spesso e volentieri, arrivando anche dalle parti della Curva Nord dove ero posizionato inizialmente. Esteticamente non sono belli da vedere, ma risultano apprezzabili sul piano canoro. Si lasciano andare a qualche bel coro secco e delle buone manate riuscendo, nel limite del possibile e come detto, a farsi sentire anche in lontananza.

Sotto la curva nord mi posiziono anche per capire gli umori di questa parte di stadio. Si potrebbero spendere tante parole contro i numeri molto limitati per una Lega Pro, ma sostanzialmente lo zoccolo duro è sempre al suo posto. Dai tempi dell’Eccellenza non ha indietreggiato di un passo. Un po’ meno compatti rispetto alla gara interna con il Foggia, ma tutto sommato la loro prova è positiva.

Nonostante le diverse sconfitte precedenti, a cui si aggiunge una prova mediocre in campo, la Nord offre una prova comunque convincente e dignitosa. Ovviamente subiscono un calo dopo i due gol, ma ci può stare: nel complesso hanno dimostrato un carattere da tifoseria matura.

Non sono mancati cori verso Cosenza, ricambiati dagli stessi ospiti con cori per gli amici di Casarano, storici rivali dei monopolitani.

Prima dell’inizio del match viene osservato un minuto di raccoglimento per la prematura scomparsa di Paolo List, ex terzino biancoverde. Verso il decimo del primo tempo, uno striscione nel ricordo del giocatore si leva dalla Nord, assieme al ripetuto invito degli ultras ad alzarsi tutti in piedi in suo onore. Messaggio purtroppo non recepito dalle due tribune, i cui presenti hanno preferito rimanere seduti. Mantenere il ricordo vivo del vecchio calcio, dei suoi protagonisti e delle prime vittime del nuovo modo di intenderlo, dovrebbe essere un gesto di sensibilità, prima ancora che una priorità sportiva.

Nel secondo tempo cambio prospettiva e mi posiziono sotto il settore ospiti, accolto dalla pezza “No Sportube”, altro esempio di visione antitetica rispetto al calcio attuale. La Nord di casa, nonostante il doppio svantaggio, riesce a farsi sentire spesso fino a questa parte di stadio, arrivando a picchi di tifo importanti, specie al momento del pareggio.

I cosentini calano vistosamente, ma la ridotta presenza di cui ho riferito, è stato un fattore fortemente penalizzante nell’esprimere un tifo di alto livello. Resta di positivo ed apprezzabile la loro prima mezz’ora. Non mi resta che mettere i miei arnesi a posto e dirigermi in Terza Categoria…

Massimo D’Innocenzi.