La notte romagnola illuminata dai bagliori dello stadio Manuzzi è resa ancor più luminosa dalla prestazione dei sostenitori salernitani, presenti in buon numero malgrado la non certo entusiasmante posizione in classifica e le difficoltà connesse alla lunga distanza e al posticipo serale del lunedì.

Come sempre, tutto il mio rispetto e la mia ammirazione vanno a chi ancora ha voglia di mettersi in viaggio e sobbarcarsi centinaia di chilometri per sostenere a gran voce i propri colori, piuttosto che rimanere a guardarsi la partita comodamente davanti alla tv. Fatto salvo, ovviamente, le scelte “idealistiche”.

Gli ospiti granata non sono certo giunti qui per fare presenza, bensì per sostenere a gran voce i propri colori ed è ciò che fanno, compattandosi e facendo un tifo continuo durante tutta la partita, senza un attimo di sosta.

Assieme a loro, sono presenti anche un manipolo di baresi, evidentemente residenti in Romagna.

Ma il momento in cui gli ospiti danno letteralmente spettacolo è a fine gara, quando sulle ali dell’entusiasmo per il goal della vittoria giunto all’ultimo secondo, accompagnano l’uscita del pubblico di casa dagli spalti con un coro che portano avanti ininterrottamente per circa 15 minuti, fino a quando non vengono invitati a lasciare a loro volta gli spalti per fare ritorno a casa.

Detto degli ospiti, è bene sottolineare come anche i padroni di casa, questa sera, siano stati ancora una volta in grande spolvero.

Evidentemente, in Romagna c’è un debole per il calcio sotto i riflettori, anche se si gioca durante la settimana.

Sarà l’aria di festa che si respira intorno al Manuzzi, il piacere di ritrovarsi con gli amici di sempre al termine di una giornata di lavoro per scambiare quattro chiacchiere, mangiare una piada e bere una birra in compagnia godendosi assieme la partita.

Magari proprio con quei vecchi amici che, si sa, dopo una certa età è sempre più difficile riuscire a vedere con la frequenza di quando si è giovani, vuoi per via del lavoro, vuoi per via della famiglia o dei tanti impegni a cui la vita ci costringe.

Fatto sta che per quello di stasera, che non è certo un big match o uno scontro diretto, ci sono la bellezza di quasi 13.000 spettatori tra abbonati e paganti, numeri che da queste parti, in epoca di pay-tv, non sono da sottovalutare.

Curva Mare in grande spolvero, dicevo, e come già in occasione della sfida contro il Cagliari, accoglie la propria squadra intonando un “Romagna mia” da brividi, a cui fa da cornice una sciarpata mozzafiato che coinvolge anche parecchia gente presente nei distinti ed in tribuna.

Da lì in poi il tifo dei padroni di casa è continuo, costante e coinvolgente, senza dubbio l’arma in più che riesce ad aiutare il Cesena nei momenti di difficoltà, specie quando i bianconeri si ritrovano in dieci uomini e sotto di un goal.

Il pareggio dei padroni di casa, in condizione di inferiorità numerica in campo, ridà ulteriore entusiasmo ad una curva che, nel secondo tempo, spinge ancor più sull’acceleratore per dare la carica ai propri beniamini.

Questi, a loro volta, in più di un’occasione vanno vicini al vantaggio, salvo subire l’inattesa beffa del goal ospite all’ultimo dei quattro minuti di recupero concessi dal direttore di gara, quando ormai la divisione della posta tra le due squadre sembra tutto sommato il risultato più logico.

Malgrado qualche scambio di convenevoli a distanza tra le due tifoserie, non si segnalano problemi a livello di ordine pubblico.

Nella parte bassa dei distinti, noto che il solito manipolo di giovanotti romagnoli che vi prende posto è stasera un po’ meno attivo del solito, anche se non mancano di sostenere a modo loro la squadra, soprattutto durante il secondo tempo, oltre a dedicare qualche attenzione nei riguardi degli ospiti granata.

Quanto basta per non smentire la tradizionale ospitalità Romagnola.

Giangiuseppe Gassi.