Quando il calendario pone di fronte Roma e Sampdoria la mia mente va a una domenica di ormai qualche anno fa. I blucerchiati erano appena tornati in Serie A, dopo un periodo prolungato di purgatorio, e credo per la prima volta avevo occasione di vederli all’Olimpico. Non rimasi deluso quella domenica, da Genova giunsero quasi 2.500 tifosi, armati di coreografia, torce e tanta voce in corpo. Ricordo che ci furono anche degli incidenti con la polizia nel secondo tempo.

La cosa curiosa è che non stiamo parlando di venti anni fa, ma al massimo di 12-13. Stare qui a narrare quanto prima fosse bello ed ora non lo è più è stucchevole, e penso annoi anche il lettore. Però ci tenevo a riportare questo flashback, a cui vado sempre con il sorriso sulle labbra.

Ora non è più tempo di esodi e trasferte di massa, inoltre gli ultras doriani non hanno sottoscritto la tessera del tifoso, ed oggi purtroppo non ci saranno. Il loro presidente, il vulcanico e folkloristico Massimo Ferrero, ci ha provato e in qualche caso ci è anche riuscito a superare questo ostacolo, permettendo ai propri tifosi non solo di affrontare la trasferta di Parma, dove vige un gemellaggio ormai storico, ma anche quella di Roma contro la Lazio. Mi sarebbe piaciuto rivederli in quello spicchietto, ma stavolta al Viperetta, come era noto ai tempi della sua gioventù trascorsa proprio nella Capitale, il miracolo non è riuscito. Conseguenza, forse, anche degli scontri tra blucerchiati e palermitani, per i quali sempre Ferrero aveva interceduto affinchè potessero accedere al Ferraris senza card ministeriale, che non sono andati giù alla questura di Genova.

Raggiungo l’Olimpico sotto la pioggia, scenario classico da un paio di giorni a questa parte. La mia scarpa, che si è rotta scendendo dalla metropolitana, fa letteralmente acqua da tutte le parti. Maledico tutto il possibile, in particolar modo quel fenomeno che ha deciso di far piovere per 24 ore ininterrotte a marzo inoltrato. Perché Marzo sarà pure pazzo, ma non può costringermi a passare un’intera giornata con i piedi a mollo.

Gli spalti dell’impianto di Viale dei Gladiatori non presentano certo il tutto esaurito. Tira una brutta aria in casa Roma, con i risultati che da inizio gennaio stentano ad arrivare e la squadra che man mano sta vedendo il proprio vantaggio sulle inseguitrice assottigliarsi. In più, come sottolineo sempre, i prezzi dei biglietti non aiutano certo. E sborsare minimo 25 Euro per una curva, dove lo spettacolo, non certo edificante, si vede pure male, non è esattamente il massimo.

La Sud offre il solito nello scenario all’ingresso delle due squadre in campo, con tante sciarpe tese al momento dell’inno e torce e fumogeni a far da cornice al fischio d’inizio. Stasera ricorrono i 46 anni dalla scomparsa di Giuliano Taccola, indimenicato attaccante della Roma anni ’60 scomparso il 16 marzo del 1969 al termine di Cagliari-Roma a causa di un arresto cardiaco. Anche se sui motivi della sua morte c’è sempre stato un velo di mistero, sembra quasi certo Taccola sia una delle vittime del massiccio  uso di doping in voga in quel periodo nel calcio italiano. I tifosi lo ricordano con una sua gigantografia che viene esposta al centro della curva.

Da segnalare inoltre uno striscione in favore di De Rossi. Su ciò bisognerebbe aprire un vero e proprio capitolo a parte, per spiegare l’iter logico di una città che, sportivamente, ha ormai da anni perso logica. Se è vero che il centrocampista di Ostia è da ormai troppo tempo al di sotto del proprio rendimento standard, è altrettanto vero che Roma è una città che sa essere di una cattiveria rara nei confronti dei suoi figli. E spesso invece di tutelare giocatori nati e cresciuti nel vivaio giallorosso, nonchè tifosi dichiarati della Roma, si preferisce malignarvi sopra attaccando loro le più disparate etichette.

Il tifo si mantiene poi su buoni livelli fino al secondo tempo quando la squadra, dopo aver sprecato diverse occasioni, subisce il vantaggio ospite e, dopo pochi minuti, il raddoppio che sancisce il ko della Roma. I tifosi romanisti non ci stanno e fanno sentire a voce forte il proprio dissenso, per una crisi che giornata dopo giornata diventa sempre più involutiva e irreversibile.

Nel settore ospiti da segnalare la presenza di circa 150 tifosi doriani, qualcuno proveniente da Genova e altri dal resto d’Italia. Gioiscono giustamente al triplice fischio, con la squadra di Mihajlovic che sbanca l’Olimpico e si porta a ridosso della zona Champions, a conferma di un campionato che sinora è stato ben al di sopra delle aspettative.

Simone Meloni