A febbraio si inizia a pensare alla vacanze estive e la meta prescelta per il 2022 è alla fine la Colombia. Tra un itinerario e l’altro provo a capire se è possibile anche vedere una partita del campionato colombiano. Inizio fin da subito a mettermi in moto e l’unica partita la cui disputa coincide con le mie varie tappe si sarebbe stata a Medellín. 

Il calendario proponeva l’Atletico Nacional ma a causa di tutta una serie di spostamenti relativi alla Coppa di Colombia, la partita che si gioca il 10 settembre in città è quella che vede il Deportivo Indipendiente di Medellin appunto, contrapposto all’America Cali. 

L’acquisto dei biglietti è molto facile, basta semplicemente scaricare l’app ufficiale della squadra di casa, inserire i propri dati e scegliere tramite la mappa dello stadio i biglietti che poi si scarica direttamente sul cellulare con il Qr code: opto per la tribuna centrale, strategica per vedere entrambe le tifoserie e fotografarle, 17 euro il costo. 

Arriva finalmente il tanto atteso giorno del match. La mattina, sabato 10 settembre, inizia con la visita alla Comuna 13, uno dei luoghi simbolo della città. Già qui si respira clima di partita. Murales, adesivi e scritte campeggiano su vari muri e case. Dopo la visita prendiamo un taxi giallo e ci dirigiamo verso lo stadio Atanasio Girardot, circa 45 minuti di tragitto dalla zona di El Poblado, costo circa 6 euro. 

Il taxi mi lascia all’altezza della tribuna Oriental, per cui ho modo di girare tutta la parte esterna dello stadio per arrivare alla tribuna Occidental. A differenza di quanto avviene in Italia, i “paninari” sono dei veri e propri negozi con tavolini esterni, più simili a dei piccoli ristoranti, colmi di tifosi di tutte le età. Non mancano nemmeno in Colombia i bagarini, con i loro prezzi assurdi. 

L’ingresso allo stadio si svolge in due tempi: prefilttragio con controllo biglietti, documenti e perquisizione e un nuovo controllo abbastanza vigoroso all’ingresso del proprio settore. Entriamo in tribuna e subito acquistiamo una birra alla modica cifra di 5000 COP (poco più di un euro) e ci posizioniamo al nostro posto. 

Manca un’ora all’inizio della partita e lo stadio è ancora vuoto, si riempirà poco prima dell’inizio. Da segnalare che i tifosi ospiti non sono presenti per divieto della Lega Colombiana (tutto il mondo è paese!) 

A pochi minuti dal fischio di inizio, fa l’ingresso centrale in Curva la banda con tamburi e trombe insieme a tutti i vari sotto gruppi che ne compongono la tifoseria. La Curva è guidata dal gruppo Rexixtenxia Norte 1998 che occupa il secondo anello del settore. Sono presenti decine e decine di striscioni dei vari quartieri della città, tra cui la stessa Comuna 13 e l’altrattanto famosa Comuna 9. 

Subito dopo l’ingresso dei giocatori, tutti in piedi per l’inno nazionale colombiano e di Antioquia, regione di cui Medellin è il capoluogo. A differenza dell’Italia, la lettura delle formazioni vede prima la squadra di casa e poi gli ospiti.

Inizia la partita e incomincia lo spettacolo, il rosso e il blu sono impattanti e tutto lo stadio indossa i colori della squadra. Dopo 30 anni di San Siro, tantissimi stadi in Italia e altrettanti in Europa posso affermare di non aver mai visto nulla di lontanamente simile. Novanta minuti, intervallo compreso, senza tregua. Tutta la Curva salta e canta senza mai e dico mai fermarsi un solo secondo. Le trombe e i tamburi danno inizio ai cori e da lì tutti i tifosi a seguire. 

Non solo in Curva ma anche tutto lo stadio canta insieme a loro, soprattutto i cori contro gli storici rivali dell’Atletico Nacional, li riconosco perché la parola “verde” è scandita in maniera chiara. Da sottolineare un piccolo gruppo nella Tribuna Sur che canta per i fatti propri per tutta la partita, non seguendo il resto dello stadio. 

Rimango con gli occhi incollati alla Tribuna Norte, non vedendo un secondo di partita (ma questa non è una novità). È tutto dannatamente bello.

Per la cronaca la partita finisce due a zero per i padroni di casa, con entusiasmo alle stelle di tutto lo stadio. A fine partita si esce, ormai è buio e anche la temperatura è scesa, si sale nuovamente su un taxi giallo e si torna verso la città. Un’esperienza unica, la prima partita in Sudamerica. Un’esperienza che sarà difficile da dimenticare. 

Davide