Vincere per continuare a inseguire il sogno play-off: questo accomuna Novara e Bari, due squadre partite con obiettivi diametralmente opposti all’inizio della stagione. I piemontesi dopo la promozione dalla Serie C vogliono mantenere la categoria, mentre i pugliesi vogliono riconquistare la Serie A che manca da tempo.

Il pubblico non è quello delle grandi occasioni ma c’è comunque un bel colpo d’occhio ad accogliere le squadre in campo. La Curva Nord, casa degli ultras azzurri, si riempie e gli ultimi arrivi avvengono in concomitanza del fischio iniziale. A conti fatti, dietro le pezze dei gruppi novaresi (Sezione, Vecchio Stampo, Provincia Alcolica, Zoo e Zucloi) si sistemano circa 200 supporter pronti con la voce a condurre la propria squadra alla vittoria.

Sul versante opposto, la presenza barese si attesta attorno alle 400 unità: una parte della tifoseria è composta dai baresi residenti nelle limitrofe metropoli del Nord, mentre l’altra arriva dal capoluogo pugliese a bordo di pulmini e macchine. Sono presenti i gruppi ultras della curva biancorossa: Bulldogs e Seguaci su tutti.

L’ingresso dei 22 viene salutato da entrambe le curve con sventolio di bandiere e sciarpe: l’inerzia iniziale viene rotta dai baresi che, con un susseguirsi di cori a ripetere, fanno capire alla squadra che loro sono lì per vincere e che chi indossa la maglia biancorossa deve esser degno di indossarla. La risposta novarese non si fa attendere: accompagnata da buona parte dello stadio, la Nord fa sentire la propria vicinanza al sodalizio guadenziano.

L’inizio sugli spalti si riflette immediatamente in campo ed è il Novara a farla da padrone, schiacciando il Bari nella propria metà campo e trovando immediatamente il vantaggio con Gonzalez, bravo a infilare il portiere barese.

La Nord alterna cori secchi con quelli a ripetere e, dove non arriva la voce, ci pensa il battimani a continuare il motivo innescato dal lanciacori, issatosi sul palo per dirigere “l’orchestra”; il repertorio dei baresi, invece, spazia dal sostegno alla maglia alla vicinanza ai diffidati con, inoltre, una pezza pro diffidati lasciata passare in tutto il settore per l’intera durata della partita.

Lo sforzo profuso dalle tifoserie si riflette solo dalla parte novarese, infatti dopo il vantaggio, il Novara è padrone del gioco e lascia al Bari pochi spazi. Il primo tempo termina con i novaresi che chiedono alla squadra la rete della sicurezza che però non arriva, mentre i baresi, senza troppi giri di parole, chiedono una pronta reazione ai propri undici.

Il secondo tempo segue il canovaccio del primo ma a differenza delle battute iniziali della partita, questa volta è il Bari a prendere in mano le redini del match. Con un ribaltone, nel giro di 20’, i galletti passano in vantaggio spegnendo gradatamente il tifo del Piola, anche se rimane a cantare lo zoccolo duro che, con gli ultimi fili di voce, cerca di spingere la palla in rete senza però riuscirci.

L’atmosfera in curva “ospiti” è totalmente differente infatti, oltre alla parte centrale del settore, tutta la curva si lascia trascinare nel sostegno alla maglia e la sciarpata finale è ben partecipata, dando una nota di colore non indifferente.

L’atmosfera in campo si fa tesa e il Novara, rimasto in dieci, prova l’assalto finale ma il fortino barese resiste, riuscendo a cogliere una vittoria molto importante nell’economia della classifica.

Terminata la partita entrambe le tifoserie rendono il giusto merito ai propri giocatori: i novaresi applaudono la squadra per il campionato finora disputato, mentre i pugliesi acclamano i propri beniamini per la vittoria ritrovata.

Cuore e grinta in entrambe le tifoserie, anche se la voce inizia a mancare, il sostegno è costante per tutti i 90’ di gara.

Alessio Farinelli.