Dopo la Triestina, un’altra nobile decaduta fa visita al “Dal Molin” di Arzignano: è il Padova di mister Parlato, reduce da una serie di sette vittorie su sette partite disputate in questo inizio campionato di Serie D girone C.

Continua quindi il momento magico per il nuovo Padova e per i suoi tifosi. La curva Fattori, come in tutte le trasferte precedenti, si prepara per un piccolo esodo, questa volta verso ovest, in terra “nemica” vicentina. Già in settimana i 600 biglietti giunti in città sono andati polverizzati in poche ore, al punto che la società di casa ha deciso di mettere per la domenica della gara a disposizione altri 400 biglietti agli ospiti.

Lo stadio di Arzignano, che ha solo una tribuna con a lato il settore ospiti, alla fine farà il tutto esaurito con circa 1.300 spettatori presenti, di cui 1.000 biancoscudati.

All’esterno dello stadio l’aria è festosa e non c’è nulla da segnalare. Gli ultras presenti sono solo quelli padovani perché ad Arzignano non esiste nessun gruppo. Vista la vicinanza si temeva che potessero venire a “salutare” i cugini gli Ultras del Vicenza, ma di biancorossi non se ne sono visti.

L’entusiasmo certo non manca tra i biancoscudati: molte le bandiere e anche striscioni e pezze coprono tutta la tribuna a loro riservata. Tra i gruppi spiccano le pezze del “Fronte Opposto”, “ACP”, “MUET 1989”, “Este”, la “Juventude”, “South East”, “Vecchia Guardia 1978”, “Tribuna Fattori” e “29 gennaio 1910”.

I tifosi arzignanesi, che per questa occasione hanno dovuto spostarsi nel settore ospite, hanno un’unica pezza appesa con il simbolo della società.

Una bella sciarpata e l’inno del Padova cantato a squarciagola accolgono i giocatori in campo, e poi subito un “Vicenza vaff.”. Anche se è dura giocare in questi campi che non appartengono alla storia del Padova, gli ultras fanno un gran bel tifo e sicuramente danno quel qualcosa in più ai giocatori, i quali trovano nel primo tempo il gol decisivo che li conduce all’ottava vittoria di fila.

Gli ultras patavini, dopo la sciagurata gestione Penocchio-Cestaro che li ha condotti all’inferno del calcio, non si sono certo lasciati andare ed, anzi, sicuramente anche grazie alla società che ha allestito uno squadrone per la categoria, stanno dimostrando tanto amore per i propri colori. E il lavoro fatto negli anni precedenti dai leader della curva sta dando ottimi risultati.

La Serie D ha anche “alcuni” aspetti positivi perché accendere torce e fumogeni è molto più facile, così come l’ingresso negli stadi non è estremamente militarizzato.

A fine gara i giocatori del Padova vanno sotto la tribuna per festeggiare l’ennesima vittoria di fila e in quel momento alcuni tifosi notano che un cancello è aperto. Una decina entrano così in campo, anche se per pochi metri, e vanno ad abbracciare i giocatori. Poi arrivano i responsabili della società di casa e li fanno rientrare nel settore senza nessuna ostilità.

Marcello Casarotti