Come ogni anno, a fine stagione, il gruppo Controtendenza Bologna organizza una festa nella periferia della città, in cui l’evento centrale è una partita di calcio in ricordo di Paola e Barbara, due tifose rossoblu scomparse. L’incontro si disputa fra una squadra composta da vari gruppi della curva (Urb, Freak, Vecchia Guardia, oltre ad alcuni componenti della Fossa dei Leoni della Fortitudo Basket Bologna) ed una rappresentativa dello stesso gruppo CTB, che purtroppo perderà 2-1 e non potrà completare con un successo la propria festa.

A seguire, fino a tarda serata, c’è anche una mostra fotografica con materiale storico dei CTB, pesca di materiale ufficiale del BFC 1909, oltre a materiale dei vari gruppi della curva “Andrea Costa” e del CBC (Coordinamento Bologna Club).

A margine ho anche l’occasione per poter intervistare Ugo Mencherini, uno tra i componenti storici del gruppo, e con il suo breve racconto sui CTB concludo così degnamente il resoconto su questa festa:

“Il Gruppo Controtendenza Bologna (CTB) è nato nel dicembre del 2004, nel campionato in cui il Bologna retrocesse in B dopo lo spareggio contro il Parma, in un’epoca non particolarmente positiva per il tifo rossoblu: il nome deriva appunto dal voler andare nella direzione opposta, in un momento in cui c’era un calo dell’entusiasmo all’interno della tifoseria Bolognese, portando una ventata di novità ed entusiasmo.

Inizialmente nei distinti, dopo un anno e mezzo il gruppo si è spostato in Curva Andrea Costa dove, sette anni fa, ha trovato la sua collocazione attuale, nella balaustra alla destra (guardando il campo) della Beata Gioventù.

Sempre presenti in casa e in trasferta al seguito del Bologna (in questi undici anni di vita avremo mancato tre partite in tutto), il Gruppo Controtendenza attualmente conta una trentina di componenti di ogni età. Negli anni, oltre al tifo per il Bologna, il gruppo si è contraddistinto per le numerose iniziative benefiche (donazioni ad associazioni, Onlus, adozioni a distanza) e per aver ideato la maglietta “Io tifo Bologna”, venduta agli adulti e regalata ai bambini nelle scuole e negli ospedali della città”.

Fabio Bisio.