L’eco degli attentati di Parigi varca facilmente le nostre Alpi e ci giunge in casa in un mix di meraviglia, rabbia, incredulità e con una buona dose di ipocrisia. Come con gli ultras e come con il terrorismo di casa nostra degli anni ’60, subito c’è chi invoca leggi speciali con la conseguenza immediata di far sembrare quelle attuali decisamente inopportune, fuori luogo, del tutto inappropriate ad un livello di allarme medio alto. Ancora una volta c’è chi ci fornisce un nemico senza volto o con una moltitudine di facce, c’è chi ci fornisce una soluzione o comunque ne paventa una possibile, ma soprattutto crea allarmismo, ci fa sentire insicuri e potenziali obiettivi colpibili in ogni situazione, in ogni contesto. La militarizzazione del territorio, che gli ultras conoscono già troppo bene, è l’unica soluzione pratica che viene applicata immediatamente, perciò anche nei nostri stadi, e Firenze non ne fa eccezione, ci sono degli spiegamenti di forze dell’ordine che fanno sembrare la città pronta ad ospitare un G8 modello Genova. Ora, è vero che si gioca un derby, ma sinceramente non può essere la partita etichettata con il bollino rosso, eppure ogni spettatore, giornalisti e fotografi compresi, vengono sottoposti al metal detector e perquisiti in maniera anche troppo maniacale. La sicurezza avanti tutto si dice, ma pure la libertà individuale è un bene che non si può barattare come al mercato.

Sarà che la Fiorentina viaggia con un ritmo da scudetto, sarà che la partita rappresenta un derby, sarà che finalmente si gioca di domenica alle 15:00 ma il Franchi, in questo pomeriggio, presenta un colpo d’occhio niente male con la Curva Fiesole ben piena ed un settore ospite che vede una nutrita presenza di tifosi empolesi arrivati con pullman e mezzi propri, mentre gli ultras hanno optato per un comodo treno.

Gli empolesi si presentano con lo striscione Desperados in primo piano e con le pezze degli altri gruppi a fare da contorno: numericamente si fanno apprezzare riempiendo praticamente tutto il settore a loro disposizione e cominciando a battibeccare già nel prepartita con i viola della Curva Ferrovia, che ce la mettono tutta per farsi sentire dai rivali. Il coro che viene ripetuto più volte è lo scontato: “Voi siete schiavi di Firenze” al quale gli ultras azzurri rispondono per le rime. Tra le due tifoserie non c’è certo amore e qualche coro offensivo si alza sia da una parte che dall’altra, poi è naturale che la rivalità sia più sentita dagli ospiti per tutta una serie di fattori, mentre i padroni di casa sottovalutano un po’ l’evento, mostrando il loro interesse più verso le altre tifoserie delle squadre con le maglie a strisce, juventini in primis.

Ad inizio partita la Curva Fiesole si colora con una sciarpata a tutta curva, bella perché molto fitta e partecipata nonché accompagnata dai numerosi bandieroni dei gruppi, che vengono sventolati nella zona centrale. Ottimo inizio per la Fiesole che mostra il suo cavallo di battaglia.

Gli empolesi si fanno notare per qualche bandiera fatta sventolare nella zona inferiore, tra le altre impossibile non notare il tricolore francese esposto per diversi minuti che vuol ricordare la strage di Parigi.

Inizia la partita ed anche le due tifoserie cominciano a fare sul serio: gli empolesi sono un diesel, partono piano con qualche pausa anche prolungata, poi aumentano i giri del motore favoriti, e non poco, dal risultato sul campo che vede la loro squadra in vantaggio di ben due reti, al cospetto di un avversario decisamente più quotato. Gli ultras azzurri ci danno dentro anche se, come spesso succede, il tifo è quasi esclusivamente sulle spalle dello zoccolo duro, con il restante pubblico che partecipa solo in rare occasioni. I cori sono tutti verso la squadra ed in questa fase anche gli avversari odierni non vengono menzionati, anche se la gestualità di qualche elemento è fin troppo esplicita. Gli empolesi ricordano i loro diffidati, per il resto è un continuo susseguirsi di cori per la squadra, intervallati da qualche pausa.

La Fiesole è scossa dal risultato che si materializza sul terreno verde, gli ultras provano a risvegliare dal torpore sia la squadra che la curva: più volte si alza in coro “Tutti in piedi” per coinvolgere appunto tutta la curva, il risultato è pure discreto visto che in certi frangenti l’urlo è un autentico boato; in altri momenti della partita, invece, il sostegno alla squadra è sulle spalle dello zoccolo duro che staziona nella zona centrale. A livello di colore la Fiesole non si fa mancare nulla, con i numerosi bandieroni che si alzano per buoni tratti dell’incontro.

L’Empoli chiude la prima frazione in vantaggio di due reti, ma lo stadio si schiera al fianco della squadra viola che viene accompagnata negli spogliatoi a colpi di cori.

Nella ripresa Paulo Sousa inserisce qualche pezzo da novanta, fatto riposare in vista dell’impegno europeo che attende la Fiorentina in settimana e la squadra cambia radicalmente faccia: Kalinic è un indemoniato ed in quindici minuti riporta la squadra in parità segnando una bella doppietta. Ovvio che la Fiesole diventi una pentola a pressione pronta ad esplodere: ora la curva si fa chiaramente sentire, la partecipazione è massima ed alcuni cori sono giustamente rabbiosi, capaci di incidere notevolmente. Lo sforzo degli ultras viola è tutto per la squadra, nessuna divagazione, nessun tema extra stadio, i cori caricano gli undici in campo ed è un bel sentire. Anche dal punto di vista estetico poco da eccepire, il colore in Fiesole non manca, bandiere e bandieroni non vengono mai ammainati ed anche nella parte inferiore si assiste ad un continuo movimento.

La partita è una lotta sul terreno di gioco con qualche scontro anche sopra le righe ed anche sugli spalti è una battaglia a colpi di cori, con gli empolesi che possono mettere sulla bilancia la loro compattezza mentre i viola hanno dei numeri impressionanti.

Anche il finale è emozionante, la partita si chiude in parità con entrambe le squadre che si prendono i meritati applausi da parte dei rispettivi tifosi. Da segnalare i complimenti ricevuti dalla tifoseria viola da parte del questore Raffaele Micillo che aveva “consigliato” ai tifosi di non accendere fumogeni o petardi per non creare tensione e paura: ogni commento mi sembra superfluo, è come paragonare una innocua pioggia autunnale con nubifragio che si porta dietro vittime e distruzione. Alimentare la paura, creare un nemico, militarizzare e controllare senza limiti, creare consenso. Obiettivo centrato!

Valerio Poli.