Nella settimana successiva al derby capitolino, ha fatto tanto parlare lo striscione esposto a Roma (ne avevamo parlato anche noi, cercando di fare un minimo di chiarezza), nei pressi del Colosseo, accompagnato da alcuni manichini impiccati con la maglia della Roma. O bambole gonfiabili, come ci hanno tenuto a specificare meglio i diretti interessati.

Lo striscione in questione recitava: “Un consiglio senza offesa, dormite con la luce accesa”. Data la mancanza di firme e l’impersonale colore nero con cui era stata vergata la scritta, la stampa, sportiva e non solo, più morbosamente interessata a generare clamore e quindi click che non a fare notizia, aveva cavalcato l’ipotesi che fossero stati i tifosi romanisti a realizzarlo. Individuando nello scarso rendimento della squadra il movente e nella squadra giallorossa il destinatario della missiva, il cui significato, secondo questi “espertoni”, andava a sconfinare nella minaccia di morte vera e propria.

Nell’isteria generalizzata dei “Roma sconvolta”, “calciatori sotto shock”, gli immancabili “Follia ultras”, ecc. il contagio psicotico è stato immediato, ma a nessuno è venuto in mente di collegare (e il collegamento era lapalissiano…) questo striscione al tema della coreografia laziale (l’impersonificazione dell’incubo per i propri rivali cittadini), tema tra l’altro ricorrente da qualche tempo a questa parte. Sarebbe bastato guardare ed ascoltare con attenzione il video dell’esposizione dello striscione che girava in rete: si potevano sentire chiaramente cori anti-Roma e quindi già escludere a priori l’ipotesi interna di “minaccia di morte”.

A stretto giro, forse anche per placare la “pancia” dell’opinione pubblica fomentata ed instupidita dai media, gli Irriducibili hanno emesso un comunicato per rivendicare lo striscione e reinserirlo all’interno della dialettica dello sfottò. Legittimo giudicare striscione e bambole come di cattivo gusto, sciocco se non addirittura in malafede strumentalizzarli e farli passare per quello che non sono, cioè appunto minacce di morte.

Ne hanno parlato anche ieri sera a “Le Iene”, la nota trasmissione in onda sulle reti Mediaset, in cui gli ultras laziali hanno ribadito la paternità dello striscione, cercando inoltre di spiegare motivazioni e contenuti, al di fuori della retorica moralistica di chi, vuoto in verità di ogni morale, punta solo a far sensazionalismo, attirare vistosamente l’attenzione dei lettori e, al contempo, aizzare ulteriormente la caccia alle streghe già in atto da tempo nei confronti del mondo del tifo.

È possibile riguardare il video al link: http://mdst.it/03v718643/