Presa di posizione importante degli “Irriducibili Lazio” in un periodo storico in cui, soprattutto nell’area ultras politicamente contigua, s’è assurdamente ammiccato al Ministro degli Interni come e se mai ci potesse essere un dialogo possibile fra vittime e carnefici nel quadro repressivo. Il cosiddetto “decreto sicurezza bis” ha ulteriormente appesantito in termini afflittivi l’apparato giuridico a danno degli ultras, eppure – forse anche per rassegnazione – poche sono state le voci contrarie che si sono levate: magari davvero qualcuno si illudeva che lo schizofrenico rappresentante attuale del Viminale, potesse avere un occhio di riguardo verso il mondo del tifo solo perché, in sede di campagna elettorale, aveva spacciato false promesse e elargito inutili strette di mano. Ma la tornata elettorale è ormai passata e come da quarant’anni a questa parte, a prescindere dal colore politico al governo, gli ultras si ritrovano a fare da spauracchio sociale e da catalizzatore delle attenzioni di massa mentre i problemi stratificati da anni restano lì irrisolti.
Da qui in poi dunque, gli “Irriducibili” non esporranno più lo striscione, come ampiamente spiegato nel comunicato a margine.