Innanzi tutto chiedo scusa per la qualità delle foto: come già detto per Olimpia Lubiana-Maribor, ho dimenticato la batteria della macchina fotografica a casa e mi sono dovuto arrabattare come meglio potevo con il cellulare.

Detto questo, parliamoci chiaro, se dicessi a qualcuno esterno al mondo del tifo che io ed un amico siamo andati fino a Pula, in Croazia, solo per vedere Istra 1961-Hajduk Spalato, come farebbero a non pensare che siamo pazzi? Però, al netto dei rischi, è senza dubbio preferibile ricercare nuovi stimoli per spezzare la noiosa routine di partite e scene che in Italia risultano ormai già viste e riviste.

Città bellissima Pula, in Istria, una terra lungamente contesa fra Italia e quella che una volta era la Repubblica Federale di Jugoslavia, e la cosa si vede ancora dai cartelli stradali in doppia lingua. Dopo una visita al centro cittadino ci dirigiamo allo stadio e da subito ci sembra un vero e proprio gioiellino, con gli spalti attaccati al campo di gioco che creano l’effetto di un catino. Purtroppo il colpo d’occhio non è dei migliori per i padroni di casa, il gruppo dei “Demoni” occupa solo la parte centrale della curva, mentre nel settore ospiti vi sono circa 800 spalatini.

Il tifo vocale dei locali è comunque su ottimi livelli, con i battimani, vera e propria cifra stilistica dei balcanici, a farla da padrona. Il settore ospiti invece, dopo un prepartita silenzioso parte con un battimani ed un coro di ben 15 minuti consecutivi! Incredibile l’effetto visivo che creano tifando, la voce forse, considerando i numeri, potrebbe essere più forte, ma l’effetto scenico è veramente molto positivo e compensa ogni altra lacuna.

Torce in campo da parte degli ultras dell’Istra, anche gli spalatini si cimentano con la pirotecnica nel secondo tempo, anche loro con tanto di lancio di torce in campo e tutto questo nonostante dei controlli a dir poco capillari: prima della partita, ho visto addirittura dei ragazzi costretti a togliersi le scarpe durante i controlli per accedere al settore ospiti. Per la cronaca la partita termina 1 a 1, ma le emozioni sugli spalti sono state senza dubbio superiori a quelle del pareggio concretizzatosi sul campo.

Emilio Celotto