Dopo il pareggio di Andria, la Juve Stabia fa il suo esordio davanti al pubblico amico. Al “Romeo Menti” di Castellammare è atteso l’Avellino reduce anch’esso da un pareggio interno contro il Campobasso. In altri tempi, in altre circostanze, sarebbe stato un derby di fuoco, ma in tempi di restrizioni per le note questioni sanitarie, il tutto resta appeso ad una serie di labili condizionali. O di pie illusioni, se si vuole, perché già a priori si sapeva che i gruppi ultras avellinesi non sarebbero stati della partita: a fronte delle varie imposizioni, che se applicate alla lettera sarebbero state fortemente escludenti, la loro scelta è stata quella di disertare.

All’atto pratico, la presenza di tifosi biancoverdi si limiterà ad una sparuta rappresentanza, mentre i padroni di casa occuperanno i loro gradoni come da abitudine. Circa 1.500 gli spettatori totali, fra striscioni, bandiere, bandierine, gruppo assembrato e compatto come se non fossero passati quasi due anni dall’ultima partita a porte aperte. O forse proprio per questo, con ancora più voglia di farsi sentire, di tornare a vivere lo stadio, a vivere la sua atmosfera e il suo spirito sociale e d’aggregazione.

C’è voce, c’è calore, ci sono battimani, bandiere, sciarpate, c’è insomma anche una buona dose di colore, impreziosita da una bella fumogenata gialloblù. A poco purtroppo servirà però il loro sostegno, che non basterà a spingere la squadra alla vittoria. Nonostante l’espulsione di un calciatore ospite ad un quarto d’ora dalla fine, il risultato resterà inchiodato sullo 0-0. Un piccolo passo in classifica, un piccolo passo anche per i tifosi (seppur non percorso in concomitanza), sperando che sia sul serio un passo in avanti e non si sia costretti, nel prossimo futuro, a fare precipitosi passi indietro.

Foto di Salvatore Izzo