Nel calcio non esistono le favole, tantomeno i miracoli, tutt’al più i sogni, che si realizzano con l’impegno, il sudore, la continuità dei risultati e la programmazione: la Juve Stabia ha mantenuto l’ossatura della passata stagione, puntellandola con 4 innesti mirati.

Nella settimana dell’eliminazione della Juventus per mano dell’Ajax, in versione Arancia Meccanica rivisitata, i giornalisti italiani si sono sprecati e spesso affannati nel cercare in ogni azione, gol e vittoria qualcosa che associ il club di turno a storie romantiche, uscite magari dalla penna del danese Andersen. La storia della Juve stabia porta invece la firma di Fabio Caserta, allenatore giovane alla sua seconda esperienza sulla panchina delle Vespe, che dopo un ottimo quarto posto nella passata stagione è riuscito a condurre i campani alla loro terza promozione nel campionato cadetto.  

Allo stadio Romeo Menti la Juve Stabia si gioca il suo secondo match ball della stagione: con una vittoria i gialloblu sarebbero matematicamente promossi. Il colpo d’occhio è degno di altra categoria, non solo le tribune sono gremite, anche i balconi dei palazzi che circondano l’impianto sono pieni “in ogni ordine di posto”.

Anche a Castellammare di Stabia lo speaker accompagna l’ingresso in campo leggendo le formazioni con un’enfasi da film colossal, copiando una moda che partendo dalla serie A ha ormai contagiato tutte le categorie: si cerca di caricare l’ambiente urlando e facendo urlare i nomi dei giocatori, associando a ognuno di loro aggettivi o qualità metafisiche.  Il calcio è bello (?) anche per questo, in quei 90 minuti tutto deve essere spinto verso l’oltre, e le virtù che normalmente sono divine diventano anche terrene e si spera che i propri beniamini le facciano proprie.

La tribuna Monte Faito si colora con un bandierone che raffigura le bellezze della città delle acque termali, mentre in curva sud viene calato un bandierone più semplice ma comunque di effetto. Lo stadio è una bolgia, le Vespe passano quasi subito in vantaggio e la serie B da sogno diventa realtà, ma la Vibonese non vuole recitare il ruolo della comparsa e pareggia: il primo tempo finisce sul risultato di 1-1.

La seconda frazione inizia con la curva sud che accende fumogeni gialloblu e con la Juve Stabia che attacca proprio sotto il settore di casa, trovando quasi subito il gol della vittoria, gol che gli ultras si perdono, coperti dai fumogeni, ma che percepiranno grazie all’urlo liberatorio del resto dello stadio.

Al triplice fischio finale lo stadio esplode di gioia, le strade della città campana si colorano: la Juve Stabia torna in serie B dopo 5 anni passati in terza serie.

Da Vibo Valentia giungono una manciata di tifosi che assistono in silenzio al match e trovano solo nel momentaneo gol del pareggio il modo per farsi sentire nello stadio campano, vestito a festa per il grande evento.