Per l’incontro contro la Juventus Next Gen, mentre la squadra si dirigeva ad affrontare la partita in quel di Biella, e nonostante la trasferta libera, una rappresentanza di ultras cavesi ha deciso invece di dirottare verso Firenze, sotto Villa Rosselli, sede della Lega Pro, portando ancora una volta le proprie istanze e lo spirito che li rappresenta direttamente sotto i palazzi del potere, all’attenzione di chi comanda, se mai possano aver interesse a prestare attenzione a ciò che sta a cuore ai tifosi, a quella che è la base attiva del calcio, specie nelle categorie minori.
Da sempre in lotta contro il calcio moderno di cui le squadre B sono forse una delle espressioni peggiori, i cavesi hanno incentrato questa protesta, posizionando striscioni e una copia del proprio comunicato direttamente sotto gli occhi di chi fa sempre finta di non vedere, di non capire. Dovrebbe in teoria lasciar pensare che proprio rincorrendo il calcio dei grandi, invitando le loro giovanili fabbriche di plusvalenze in C, farsi ammaliare dalle pay-tv e dai modelli gestionali manageriali, ha finito per procurare più danni che benefici alla terza categoria della nostra piramide calcistica. Le esclusioni di Taranto e Turris sono lì a dimostrarlo e senza tema, proprio a queste due rivali in campo e sugli spalti, sono stati rivolti i pensieri coagulati nel comunicato della Sud.
Messina, Lucchese, Foggia e chissà quante altre sono con l’acqua alla gola, sospese tra la vita e la morte in mano a qualche capriccioso proprietario o a nebulosi fondi di investimento stranieri. Già durante la partita di andata contro la stessa Juve NG giocata al Simonetta Lamberti, il dissenso verso questa gestione spregiudicata del calcio, prese corpo con banconote finte lanciate in campo con messaggi ovviamente critici, striscioni, cori e quant’altro. Questa volta, con l’intenzione di interpretare un sentimeno diffuso da tutta la componente del tifo, si è voluto rilanciare evidenziando tutte le criticità: dalle già citate seconde squadre allo strapotere dei procuratori, dalle multiproprietà a tutte quegli aspetti che più direttamente ricadono sulle teste dei tifosi, dai divieti di trasferta, a posticipi e anticipi per esigenze televisive e tanto altro. C’è stato un periodo storico in cui qualcuno riteneva che levare il proprio grido di protesta fosse una perdita di tempo, ma alla luce di quanto oberante è diventato il peso del calcio moderno e della sua oppressione diretta e indiretta, il tempo davvero perso è probabilmente quello speso rimanendo inermi a subire tutto ciò.
Imma Borrelli



