Kaiserslautern-Colonia 0-0, 2. Bundesliga Tedesca 2013/14

Kaiserslautern-Colonia 0-0, 2. Bundesliga Tedesca 2013/14

Da alcuni anni la Germania è diventata un punto di riferimento per gli ultras europei ma, personalmente, non sono ancora convinto della fama dei Tedeschi e il loro movimento mi lascia sempre perplesso. Dal punto di vista dell’immagine mi affascina, rispetto alla scena italiana non c’è paragone: stadi pieni, curve debordanti di colore e di passione, e trasferte oceaniche, anche nelle categorie minori. Ma, dal vivo, c’è qualcosa che non va; come su un piatto insipido, manca qualcosa. Per convincermi, provo a vedere partite che sono interessanti dal punto di vista di un curvaiolo. Per questo motivo, quando un amico mi ha proposto di accompagnarlo ad una partita del Kaiserslautern in Serie B contro il Colonia, non avendone notate altre di maggiore interesse, mi sono deciso ad andare.

La reputazione degli ultras del Colonia è piuttosto positiva, e data la classifica, che vede il F.C. Köln in vetta, e complice anche la distanza non eccessiva tra le due città, mi aspetto una bella serata di sano tifo. C’è pure un ultimo motivo che mi ha spinto in questa città del Palatinato: il fatto di essere già andato lì, otto anni fa, per un Italia-USA, nel giugno 2006, per una partita di Coppa del Mondo e, come tanti, non ero riuscito ad entrare allo stadio.

Kaiserslautern-Colonia 0-0, 2. Bundesliga Tedesca 2013/14

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A otto anni di distanza, la città mi pare la stessa, e cioè abbastanza brutta, come tanti centri urbani tedeschi distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale. Passiamo di fronte alla stazione, abbastanza importante, ai piedi del monte dove è ubicato lo stadio. Monte può sembrare esagerato, ma in questa città di un po’ meno di 100.000 abitanti, lo stadio in cima alla “montagna” sembra dominare il paesaggio. L’amico che mi porta ha due chiavi magiche: un pass per il parcheggio e gli abbonamenti. Il rituale di salire a piedi al tempio profano che è lo stadio non è rispettato, ma sono davvero contento di potere arrivare sotto il nostro settore senza alcuno sforzo.

La partita comincerà fra due ore, e ci sono già un bel po’ di tifosi ovunque. Le bancarelle sono pronte e aspettano il cliente da fornire con le loro sciarpe col diavolo, simbolo della squadra locale. La zona è desolante. Alcuni palazzi sorgono dietro la stadio, un luogo perfetto per un agguato. Ma intanto andiamo a prenderci da mangiare e torniamo per entrare allo stadio.

Kaiserslautern-Colonia 0-0, 2. Bundesliga Tedesca 2013/14

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Manca un quarto d’ora e sono impressionato da come il servizio d’ordine gestisce bene le cose: in due minuti siamo dentro, con un piccolo tornello che anche un bambino potrebbe scavalcare senza sforzi, ma siamo in Germania ed il rispetto per l’ordine e le autorità è ben diverso dal Sud dell’Europa. Dopo una perquisizione sono nell’antistadio, e qua mi aspetta uno spettacolo a dire il vero vergognoso: un sacco di fast-food e di bar aspettano il cliente. Siamo nell’era del consumismo e lo stadio non può fuggire a questo. Per comprare qualcosa si deve prendere una specie di carta di credito e mettere i soldi dentro. Infine, la puzza del cibo industriale è pesante e mi induce a fuggire nei Distinti.

Per fortuna la magia dello stadio nuovo mi acchiappa, e devo dire che ne rimango affascinato; esso è stato ristrutturato nel 2006, quando la Germania ha ospitato la Coppa del Mondo. L’impianto può ospitare 50.000 spettatori e stasera ci sono 41.315 tifosi, ma siamo in un lunedì sera e la partita è un posticipo. Per questa ragione compare dietro la porta uno striscione con scritto in inglese: “Non ci piace il lunedì”, che appartiene ai ragazzi degli “Pfalz Inferno”. La curva è immensa e tutta coi posti in piedi. Il settore ospiti è di fronte e i tifosi del Köln sono 5.000, anche se 240 kilometri dividono le due città. La capacità non è sufficiente e meta curva è destinata ai tifosi avversari. Ma manca ancora qualcosa, lo striscione della “Wilde Horde”, il gruppo trainante.

Kaiserslautern-Colonia 0-0, 2. Bundesliga Tedesca 2013/14

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Quando entrano in campo le squadre, dal settore qualche bandiera viene sventolata da parte dei “Coloniacs”, all’incirca una ventina di persone. La curva del Kaiserslautern accoglie i suoi beniamini con una fitta sciarpata, uno sventolio di bandieroni e una serie di stendardi nel settore della “Generation Luzifer”, il gruppo trainante della curva, posizionato al centro, ma nella parte alta. L’altoparlante dello stadio manda “You’ll never walk alone” in inglese, che la curva riprende.

La partita comincia, e dal settore ospiti, anche se ci sono alcune migliaia di tifosi del Köln, non parte neanche un coro. Di fronte, i tre gruppi del Kaiserslautern, la “Generation Luzifer”, il “Pfalz Inferno” (letteralmente, l’inferno del Palatinato, il nome della regione) e gli “Youth Frenetik” provano a far tifare la curva, ma il risultato sarà piuttosto deludente. Qualche centinaio di persone canterà in un settore che ne ospita 10.000.

Kaiserslautern-Colonia 0-0, 2. Bundesliga Tedesca 2013/14

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Decido di andare nella curva di casa per vedere da vicino i suoi ultras all’opera, visto che spesso, in Germania, si può circolare liberamente attorno all’antistadio senza essere pressantemente controllati. Un’ottima situazione per gli appassionati di tifo. Salgo le scale della curva e mi aspetta una bella sorpresa: sui muri di queste scale sono affissi i momenti di gloria della squadra attraverso gigantografie e scatti… della curva! Il Kaiserslautern ha vinto quattro titoli, i primi nel 1951 e nel 1953. La sua seconda fase di gloria è durante gli anni novanta, quando la squadra vince due scudetti e due coppe nazionali tra il 1990 e il 1998.

Il controllo del steward è abbastanza facile da aggirare, e fino ad adesso non credo di avere visto un solo poliziotto dentro l’impianto. Arrivo vicino al gruppo più giovane, in tutti i sensi, la “Youth Frenetik”; sono un centinaio, messi di lato rispetto alla “Generation Luzifer” che, essendo il gruppo storico, è al centro. I “Luzifer” sono nati nel 1998, e sono il primo gruppo ultras del Kaiserslautern. Il “Pfalz Inferno” nasce nel 2000 e gli “Youth Frenetik” nel 2006 come sezione della “Generation Luzifer”, per poi diventare un gruppo autonomo. Di fatto, l’entusiasmo sembra essere più vivo in mezzo a questi ragazzi “frenetici”.

Kaiserslautern-Colonia 0-0, 2. Bundesliga Tedesca 2013/14

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Una bella sorpresa mi aspetta quando, dopo mezzora di gioco, noto movimento nel settore ospiti, con un serpentone di persone ad attraversarlo: sono quelli della “Wilde Horde” che arrivano e appendono in neanche un minuto lo striscione formato trasferta, con una miriade di stendardi e di mini-striscioni accanto. Subito il tifo si accende e parte su di giri, anche se a cantare è solo la metà bassa del settore. Informandomi, sembra che la polizia li abbia fermati prima della partita per una perquisizione accurata ad alcuni chilometri dallo stadio.

Rimango nella curva di casa fino al sessantesimo, quando decido di andare più vicino al settore ospiti. Per arrivare al mio obiettivo, decido di provare a passare per la tribuna, e, senza alcun problema, attraverso tutto il corridoio sotto di essa. Qua trovo uno spettacolo poco edificante: bar, fast-food e soprattutto uno schermo gigante con una decina di persone che si guarda la partita in televisione, semplicemente pazzesco! Finalmente ce la faccio, e dopo due tentativi mi posiziono accanto al settore ospiti. I ragazzi della “Wilde Horde” mi fanno una buona impressione dal punto di vista vocale e posso notare, sul loro striscione, una sciarpa con i colori rossoblù del Paris S.G., evidentemente c’è una rappresentanza dei loro amici francesi.

Kaiserslautern-Colonia 0-0, 2. Bundesliga Tedesca 2013/14

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La partita è vivace, si gioca con cuore ed impegno per onorare il pubblico. Non sembra di essere in Serie B tedesca, tra la qualità del gioco e lo stadio quasi pieno. Ma stasera non ci saranno goal: finisce con uno 0-0 e le due squadre che vanno a ringraziare per vari minuti il proprio pubblico, come vuole la tradizione del calcio tedesco.

Alla fine, decido di passare sotto la curva ospite e, in cinque minuti, sono dentro al settore dei tifosi del Köln. C’è abbastanza libertà di movimento, ma con la polizia sui lati che controlla i movimenti. Finalmente lascio lo stadio, e confermo le mie sensazioni sugli ultras tedeschi, forse con qualche distinguo in più. Di fatto, non credo che molte società di Serie B in Europa possano vantare un pubblico così fedele, l’ordine pubblico è ben gestito, si può circolare con calma nello stadio, i prezzi sono popolari e l’ambiente della curva è impressionante. Ma, come spesso accade qui in Germania, gli ultras controllano solo una piccola parte del settore e sembra che ci sia una specie di barriera invisibile che li separa dal resto della curva. O forse questo è un particolare modo di essere legato alla cultura del calcio

tedesco, dove l’ultras è un po’ marginale ma, allo stesso tempo, parte di un tutt’uno che, tuttavia, non può controllare. Il calcio moderno sembra aver vinto su alcune sfumature, con tutti questi orrendi fast-food e le carte magnetiche obbligatorie per pagare; però, nello stesso tempo, tutto rimane con i prezzi giusti. Credo che la Germania sia fatta cosi: un mix di pragmatismo, di sano tifo popolare e di business. Anche perché, lo sappiamo, il nostro sport è ormai un’industria da anni.

Testo e foto di Sébastien Louis.