Per questa appetibile gara contro la capolista Foggia viene indetta la seconda “Giornata Rossoblu”: abbonamenti ed altri titoli di favore non sono ritenuti validi, eppure vengono staccati oltre 2.500 biglietti, di cui 800 per il solo settore ospiti. Dopo un primo stock da 500 biglietti, i foggiani hanno chiesto e bruciato l’intera dotazione del settore. Presenza di grande impatto visivo, d’altronde la squadra rossonera manca dalla Serie B dalla lontana stagione 1997/98 e l’euforia per questo traguardo sempre più vicino, diventa man mano sempre più incontenibile.

L’arrivo degli ospiti è scandito in due diversi momenti: una prima metà di settore si riempie con l’arrivo degli 8 pullman partiti da Foggia, per lo più semplici tifosi, mentre l’altra metà è ad appannaggio degli ultras, giunti più a stretto ridosso del calcio d’inizio, arrivati con furgoni a 9 posti e auto private e collocatisi nella parte bassa del settore a loro dedicato, che fin da subito danno un’altra impronta al loro tifo. Manca ovviamente la parte di tifoseria riconducibile alla Curva Nord che continua a mantenere la sua posizione di totale rifiuto alla tessera del tifoso, scelta che poi comporta l’impossibilità di accedere a qualsivoglia trasferta.

La partita sul campo non ha davvero storia: la Casertana resiste per un tempo intero allo strapotere e alla netta superiorità tecnica di questa corazzata costruita chiaramente per salire di categoria, oltretutto in un periodo di grande spolvero atletico (quella raccolta a Caserta è la nona vittoria consecutiva). Proprio allo scadere del primo tempo la giovane e volenterosa squadra campana capitola e da lì si rompono di fatto gli equilibri, tanto che poi i rossoneri troveranno, nella seconda frazione, altri due goal assolutamente meritati per la mole di gioco prodotta.

Al netto del già citato ed impressionante impatto scenico, gli ospiti lasciano però qualche leggera perplessità nel sostegno canoro prodotto. Attenzione, sia ben chiaro: oltre ai numeri anche il tifo è importante e quando cantano si sentono davvero forte, altresì è evidente che una trasferta del genere abbia comportato per loro la solita difficoltà di integrarsi e trascinare tifosi occasionali, convenuti per festeggiare questi grandi eventi calcistici della squadra pugliese, ma che non hanno però tutti gli interessi degli ultras a seguire e sostenere il tifo per l’intera durata della gara. Bandiere sempre in movimento specie nella parte bassa, sciarpate, fumogeni e buona continuità, mancava solo quel piglio di aggressività in più che gli 800 presenti potevano offrire, ma che hanno fatto solo a tratti, lasciando per il resto tutto sulle spalle dello zoccolo nella parte bassa centrale.

Per quello che riguarda il tifo dei padroni di casa, davvero un bel primo tempo per loro: quando hai di fronte una tale muraglia nel settore ospiti è chiaro che la motivazione spinge a dare il massimo per non sfigurare e per esercitare la doverosa supremazia territoriale. Poi però nella ripresa il tifo cala verticalmente, un po’  per il gran caldo, un po’ per il risultato che andava maturando senza appello in campo e un po’ forse anche per calo fisiologico dopo il buon primo tempo. Bel colore, belle bandierine, bei bandieroni: tutto sommato i Casertani si difendono bene, ma per quello che era il momento contingente odierno e il momento generale di Caserta, che paga un’annata molto dura in termini repressivi (non a caso continua l’assenza delle sigle di gruppo in vetrata…), non potevano fare altro che difendersi e – come detto – si sono difesi bene.

Foggia ormai con un piede e mezzo in Serie B e finalmente tocca ad una squadra e ad una tifoseria di grandi tradizioni, non a quegli stucchevoli “miracoli” che sugli spalti sembravo invece osceni incubi kafkiani.

Foto di Giuseppe Scialla.