Sabato 21 Maggio, presso il PalaDesio, si gioca la Gara 2 della semifinale Playoff Scudetto di Basket tra l’Olimpia Milano e la Reyer Venezia. Gara 1, giocata sempre qui giovedì sera, ha visto la quasi inaspettata vittoria della squadra veneziana, e quindi questo secondo match si preannuncia infuocato, data l’ovvia voglia di riscatto dei padroni di casa. Entrambe le compagini, inoltre, sono sostenute da due tifoserie di alto livello, che si daranno sicuramente battaglia a suon di cori sugli spalti.

Ci sono quindi tutti gli ingredienti affinché questa mia prima volta all’interno di un palazzetto sportivo in occasione di una sfida di pallacanestro, sia davvero entusiasmante. Eh già, perché, e con questo faccio pubblica ammenda, il sottoscritto non aveva mai assistito dal vivo, fino ad oggi, ad una partita con la palla a spicchi. Ho avuto modo di seguire molte partite in tv, conosco le regole del gioco, ma non avevo mai avuto l’occasione di varcare l’ingresso di un palazzetto per un manifestazione sportiva del genere.

Quale occasione migliore, se non questa, essendo di passaggio nei pressi di Milano? Ed in effetti, devo ammetterlo, il mio “battesimo” non è stato per niente male. Tutt’altro!

Ma andiamo con ordine. Anche perché non era cominciata sotto i migliori auspici questa partita, per quanto mi riguarda. La formale richiesta per essere accreditato come fotografo, infatti, è stata subito rispedita al mittente da parte della società dell’Olimpia Milano. Ufficialmente senza una motivazione apparente; la verità, invece, è che la dirigenza della squadra biancorossa e gli Ultras Milano sono ormai ai ferri corti da diverso tempo, quindi la stessa società dell’Olimpia è solita osteggiare chiunque appoggi o tenti di mettere in risalto, anche per il semplice e più che legittimo, diritto di cronaca, la tifoseria milanese. Era quindi sostanzialmente matematico che la richiesta effettuata da una rivista come Sport People sarebbe stata rifiutata, ma era giusto comunque tentare.

Ovviamente non basta certo un accredito rifiutato per farmi desistere dal mio intento. Decido quindi di acquistare un biglietto della gradinata superiore del palazzetto, dopo essermi sincerato di poter riuscire a fotografare, da quella zona, entrambi i settori più caldi delle due tifoserie presenti. Mi reco quindi in una comunissima ricevitoria della TicketOne ed ecco la prima, piacevolissima, sorpresa: non devo esibire nessun documento d’identità! Che strana sensazione ho provato nel non dover fornire nessun tipo di generalità. Non mi ricordo neanche più quando è stata l’ultima volta in cui ho acquistato un biglietto non nominativo per assistere ad una partita.

In tutti i casi, sabato sera mi reco finalmente in quel di Desio e, di buon ora, superate le perquisizioni di rito, faccio il mio ingresso nella gradinata del palazzetto sportivo. È piuttosto presto, ma essendo questo un settore non numerato, volevo essere certo di riuscire a trovare un posto da dove poter fare i miei scatti senza problemi.

I tifosi entrano un po’ per volta, riempiendo totalmente l’impianto sportivo. Il colpo d’occhio è davvero molto bello. Gli spalti sono un’enorme macchia bianco rossa, i colori sociali dell’Olimpia Milano, e poi c’è lo spicchio in alto, dietro uno dei due canestri, pieno, in ogni ordine di posto, di tifosi giunti da Venezia, in tenuta oro granata. Lo striscione “1976” dei Panthers è al centro del settore. Al suo fianco un drappo con l’immagine di Roby Paties, un ragazzo appartenente alla tifoseria veneziana, venuto tragicamente a mancare a dicembre, a causa di una brutta malattia. Per ricordarlo gli ultras della Reyer hanno dato il suo nome alla Curva Nord del Palasport Taliercio, riproponendo il suo volto su questo drappo e su un enorme bandierone che sventolerà continuamente nel corso della partita.

Insieme ai tifosi della Reyer, ci sono anche i gemellati di Vigevano, con il drappo “Assenti Presenti” affisso in bella vista.

Dalla parte opposta, gli Ultras Milano affiggono il loro striscione al centro della cosiddetta “Fan Zone”. All’ingresso delle squadre, per sottolineare ulteriormente la diatriba con l’attuale società dell’Olimpia, espongono lo striscione con la scritta “BASTA PROLI E PORTALUPPI”, chiaramente indirizzato ai massimi dirigenti della squadra biancorossa. Lo stesso striscione è già stato esposto, praticamente, in tutte le partite dell’Olimpia dagli Ultras milanesi. Vengono inoltre sventolati cinque enormi bandieroni, di ottima fattura, nella parta bassa del settore, mentre l’impianto audio del palazzetto trasmette ad altissimo volume le note dell’Inno d’Italia. Tutti gli spettatori si alzano in piedi, intonandolo a gran voce. Al termine dell’inno, gli Ultras fanno poi partire il celebre “O mia bella Madunina”, coinvolgendo tutto il palazzetto (di sponda milanese, ovviamente).

L’apporto vocale di entrambe le tifoserie è a dir poco travolgente. L’effetto acustico che si crea all’interno di un palazzetto, evidentemente a causa della struttura chiusa dell’impianto sportivo stesso, è letteralmente da brividi. Una bolgia assurda, assordante.

I ritmi del tifo e dei cori sono, poi, ovviamente un po’ diversi da quelli tipici del calcio, ma l’effetto è davvero straordinario. Sarà che ho assistito alle performance di due tifoserie davvero grandiose, ma sono rimasto davvero estasiato da quello che ho visto.

Bandieroni sventolati continuamente, bellissime manate, il suono dei tamburi che rimbomba incessantemente.

Da registrare la totale indifferenza tra le due tifoserie, ma mentre gli Ultras sugli spalti sostengono a gran voce i propri beniamini, i giocatori sul campo si danno battaglia per aggiudicarsi questa seconda sfida valevole per la semifinale scudetto del campionato italiano di pallacanestro.

Sul parquet, così come in Gara 1, anche in questa occasione l’Olimpia parte a razzo, riuscendo inoltre a contenere gli attacchi avversari. La squadra biancorossa riesce quindi a chiudere i primi due periodi a +22, con il risultato di 47 a 25.

Nonostante il risultato nettamente sfavorevole, il tifo dei veneziani non accenna minimamente a diminuire. All’inizio del terzo periodo di gioco, la squadra di casa si porta addirittura sul +25, ma gli oro-granata trascinati, letteralmente, dai propri sostenitori, sono autori di un’incredibile rimonta che li porta a solo 11 punti di distanza alla chiusura del terzo periodo di gioco.

Il sostegno degli Ultras, in questa fase della partita, ritengo sia stato fondamentale, visto che il settore ospiti canta ad altissimi livelli, ininterrottamente, per tutto questo penultimo quarto di gara, il celebre coro “un giorno all’improvviso”, accompagnandolo da continui battimani e dallo sventolio dei numerosi bandieroni con i colori sociali della squadra.

Dall’altra parte del palazzetto, però, i tifosi di casa non stanno di certo a guardare. Anche qui i bandieroni sono sventolati continuamente e la sfida vocale diventa ancora più avvincente, visto che, spesso e volentieri, tra l’altro, i cori lanciati dagli Ultras biancorossi coinvolgono anche il resto degli spettatori presenti.

Sul campo la reazione della Reyer continua anche nell’ultima fase di gioco, ma l’Olimpia riesce comunque a rispondere colpo su colpo e, mentre sugli spalti i tifosi veneziani si rendono ancora protagonisti con una gran bella sciarpata, la compagine milanese riesce comunque a chiudere la partita sul +13, con il risultato finale di 78 a 65, aggiudicandosi questa Gara 2.

I sostenitori sugli spalti sono, ovviamente, in visibilio. Gli Ultras Milano si accalcano sulla ringhiera della curva, per festeggiare la vittoria, ed espongono nuovamente lo striscione contro la dirigenza societaria, mentre i tifosi della Reyer continuano a cantare a gran voce (e continueranno a farlo anche quando tutti i sostenitori dell’Olimpia avranno abbandonato il Paladesio), quasi incuranti di quanto successo sul campo di gioco.

Adesso bisognerà attendere i verdetti della Gara 3 e della Gara 4, che si giocheranno a Venezia, ed eventualmente di Gara 5, che si disputerà al Mediolanum Forum di Milano (indisponibile per queste prime due partite) per conoscere quale squadra riuscirà ad accedere alla finalissima per lo scudetto di basket della stagione 2015/2016.

Daniele Caroleo.