I quarti di finale di andata valevoli per la Coppa Italia regionale pugliese, sono l’occasione per seguire da vicino i padroni di casa del Fasano e la corazzata Gravina. Quest’ultima, attrezzata per il salto di categoria, annovera tra le sue fila calciatori girovaghi del mondo dilettantistico pugliese (e non solo), con un passato anche nel mondo professionistico. Due di questi, Lafortezza e Albano, sono anche degli ex, nemmeno tanto rimpianti vista la loro comparsata nel nefasto anno della presidenza della famiglia Flora (altri faccendieri del mondo calcistico); stagione passata agli annali per un caso di scommesse e la conseguente penalizzazione scontata poi nella stagione successiva dalla compagine di casa.

L’antefatto è d’obbligo visto lo striscione che compare all’ingresso delle squadre in campo, proprio dinanzi agli spogliatoi: è il minimo che potesse toccare a gente a cui dell’attaccamento ai colori della maglia interessa ben poco.

Il settore del tifo di casa, la Curva Sud, si presenta uniforme con i due gruppi, Allentati Fasano e Fasano Ultras, uniti nello stesso settore con lo stesso identico obiettivo: sostenere la squadra per tutti i 90 minuti, compito assolto egregiamente in questa serata.

In settimana le dimissioni del presidente del Fasano, Mariano Legrottaglie (ex calciatore locale tra la metà degli anni ’80 ed inizi anni ’90), non scalfiscono minimamente la prestazione della tifoseria biancazzurra, che sostiene i ragazzi in maniera imponente. I calciatori, a proposito, per lo più fasanesi o di comuni limitrofi, vantano un curioso primato, raggiunto da ben poche compagini: la linea a 4 difensiva è composta iteramente da autoctoni.

E gli ospiti? I primi ad occupare il settore sono 5 persone con lo striscione “Veterani ’80 Gravina”, sistemandosi nella parte destra della gradinata. Si fanno notare solo per sporadici cori ed un paio di fumoni gialli accesi ad inizio gara. La cosa che più mi ha colpito è che, una volta cominciata la gara, hanno abbandonato lo striscione in balaustra e seguito l’incontro da tutt’altra parte, come se nulla fosse. Poco prima dell’inizio invece, è giunto il gruppo di ultras. Una ventina di unità circa, con gli striscioni “Ultras liberi, noi ultras” ed un bandierone posato per terra. Successivamente è comparsa anche un’altra pezza, “70024”, ovviamente non è un mistero a cosa fosse riferita.

Ad inizio gara c’è un ottima torciata multicolor della curva fasanese ed una buona fumogenata giallo blu dal settore ospiti.

Il primo tempo è un’esaltazione della curva di casa, con tantissimi cori a sostegno della maglia e della squadra. Il goal del fasanese Alex Patronelli non fa altro che amplificare i boati degli ultras, che fanno bella mostra di due bei bandieroni con i simboli dei due gruppi,l a pantera rosa per gli Allentati e la fenice per la Fasano Ultras.

Paradossalmente lo svantaggio galvanizza anche gli ospiti che, dopo lunghissime pause, ricominciano a cantare a sostegno del Gravina e per la libertà degli Ultras, esibendosi anche a torso nudo.

Prima dell’intervallo i fasanesi espongono uno striscione di benvenuto ad un neonato “Allentato”, nato nella rivale Martina poiché il lento ed inesorabile depauperamento del nosocomio cittadino, dovuto ai tagli alla sanità dal governo regionale, ha privato per sempre la possibilità di nascere a Fasano. Successivamente è d’obbligo il coro contro gli odiati rivali.

Alla conclusione del primo tempo devo ammettere di essere rimasto piacevolmente sorpreso dalla prestazione dei padroni di casa. Ottimi in campo, guidati dal fasanese ed ex calciatore mister Giuseppe Laterza, altrettanto sugli spalti, con pochissime pause e cali di voce solo fisiologici, ma comunque impercettibili e che valgono ben oltre la sufficienza. Gli ospiti, tranne alcuni e sporadici cori, sono colpevolmente assenti, anche se i numeri non sono di certo a loro favore: sinceramente mi aspettavo almeno il doppio delle presenze, ma tant’è e come si dice in questi casi, meglio la qualità che la quantità.

Appena un giro di lancette e ad inizio ripresa Daniele Sisalli, altro ex non tanto amato, firma il pareggio per la gioia degli ospiti, non esultando per rispetto ai diversi fasanesi a cui è ancora legato da amicizia. Non a caso quando poco dopo viene sostituito, dalla tribuna piovono fischi ma anche applausi in egual misura.

La gara scivola via con la Sud che si mantiene costantemente su buonissimi livelli e gli ospiti che si attestano su una più costante continuità, ma che comunque non raggiungono mai picchi degni di nota, eccezion fatta quando intonano cori contro la repressione, incoraggiati evidentemente dalla curva di casa che lancia dei boati veri e propri a sostegno dei propri diffidati.

Ad un minuto dalla fine la mezzapunta del Fasano, Giuseppe Amodio, ha sulla testa, sotto il settore più caloroso del “Curlo”, la possibilità del vantaggio finale, ma fallisce l’occasione che avrebbe generato il delirio.

La gara finisce 1-1 e nella gara di ritorno al Fasano servirà l’impresa per passare il turno e centrare la semifinale regionale.

Ora non resta che concentrarsi sul campionato delle rispettive squadre, con il Gravina che spadroneggia nel girone A di Promozione regionale pugliese, con 10 vittorie ed un pareggio, ed il Fasano che nel girone B è ad un tiro di schioppo dai play off.

Dopo il triplice fischio ed i saluti di rito, i calciatori ospiti si recano sotto i loro sostenitori a ricevere gli applausi di rito, mentre dalla curva di casa si innalza uno striscione in ricordo di Rebecca Carucci, una bambina fasanese scomparsa nei giorni scorsi a Roma, dove era ricoverata, e alle cui cure contribuirono i due gruppi Ultras di Fasano, la compagine campione d’Italia in carica della pallamano (Polisportiva Junior Fasano), la società e la squadra del Fasano Calcio con una raccolta fondi. La tifoseria ospite, come tutto il resto dello stadio, si alza in piedi ad applaudire Capitan Massimo Ancona che depone un mazzo di fiori.

Gli ultimi cori sono dedicati a Nicola e Fabrizio, per ricordare: a chi ci guarda da lassù.

Davide Carparelli.