Dopo un paio di settimane dalla passerella nel glorioso “Manuzzi” di Cesena, ospiti del Romagna Centro, la Vastese torna di nuovo in Romagna. Questa volta niente lustrini, si gioca nel ben più umile stadio “Macrelli” di San Mauro Pascoli. Si torna a masticare a pieni bocconi il pane duro delle categorie minori, in casa dei giallorossi della Sammaurese. La compagine allenata da Protti (non Igor ovviamente ma suo cugino Stefano), rappresentativa di un piccolo comune di 11.000 abitanti, si è ritagliata il suo angolo di paradiso, conquistando la salvezza da neopromossa in D l’anno scorso. E migliorandosi quest’anno in cui, in un girone dal buon livello, sta tallonando con costanza le compagini più attrezzate che sognano il salto verso il professionismo: la stessa Vastese, l’accreditatissima Matelica, l’Agnonese e la Fermana. Senza farsi venire le vertigini, ma già essere nella zona medio alta della classifica è un risultato lusinghiero ed una soddisfazione per loro.

Tornando agli spalti, guadagnando il terreno di gioco del piccolo impianto romagnolo, trovo già la tifoseria abruzzese ai suoi posti. Fin da subito capisco che i numeri non saranno quelli della volta scorsa, ma riescono comunque a formare un buon colpo d’occhio, stringendosi a quadrato (giusto qualche decina di presenze ai lati…) e grazie anche alle solite belle pezze con cui demarcano la propria zona. Gli stessi e pregevoli bandieroni ne impreziosiscono l’impatto scenico, questa volta oltretutto hanno l’accortezza di disporli più lateralmente e non limitare o coprire il gruppo.

La squadra di casa, per onor di cronaca, non ha tifo organizzato e nemmeno la decina di giovanissimi ragazzi che solitamente si posizionano nel lato scoperto della tribuna, espongono più i loro artigianali striscioni. Hanno un tamburo, una bandierina, ma si fanno sentire ancora meno che nelle precedenti occasioni. A conti fatti quasi mai.

Detto dei numeri che non sono gli stessi di Cesena, nemmeno la potenza è la stessa ed oltretutto non c’è nemmeno la copertura a fare eco. La continuità però è sicuramente buona, e la riuscita generale del tifo conferma le impressioni positive che avevo ricevuto in precedenza. La caratteristica peculiare di questa tifoseria, è quella di cantare pochi cori, ben scelti e curati, ed inoltre portati avanti con molta caparbietà e per molto tempo.

I picchi migliori sono quelli in occasione di cori secchi e ripetuti. Belli nella loro originalità alcuni cori proposti: una ventata di aria fresca in quest’epoca di indistinto copia e incolla da internet. Gli eventi dal campo non incidono troppo sul loro andamento, che avanza lineare ed abbastanza indipendente da quanto riesce ad imbastire la loro compagine sul rettangolo verde.

A proposito della partita in campo, la contesa è molto maschia, tanto che in un contrasto di gioco è il portiere ospite a pagarne pegno e a far prendere un bello spavento a tutti: dopo aver perso conoscenza e aver visto accorrere attorno a sé compagni di squadra e volontari di primo soccorso, si è fortunatamente ripreso, venendo sostituito e portato via per precauzione, ma fortunatamente sveglio e cosciente.

Nella restante parte del match, in una partita in cui la Sammaurese se l’è giocata a viso aperto e senza troppi ostruzionismi, alla fine prevale il mestiere ed il maggior tasso tecnico degli ospiti, che passano in avanti poco dopo il quarto d’ora del secondo tempo e riescono a mantenere il risultato difendendosi tutto sommato con ordine, regalando così ai propri tifosi una vittoria importantissima. La corazzata Matelica raccoglie un pesante 3-0 sul campo dell’Agnonese: la distanza dai sogni si accorcia ancora un po’.

Matteo Falcone.