Quella fra Ternana e Avellino si preannunciava come una gara dallo scarso appeal soprattutto calcistico, con le Fere di casa vittime di una stagione durissima, in cui si barcamenano con molta difficoltà in zona retrocessione. Atmosfera in casa umbra esasperata anche dalle forti contrapposizioni fra la tifoseria e patron Longarini, giudicato – nella veste di “timoniere” – quale maggior colpevole di queste delusioni. Di contro un Avellino in questa stagione autore di un campionato davvero anonimo e sorprende non poco il dato che verrà dal botteghino e che parla di quasi 800 biglietti staccati per il settore ospiti.

I rossoverdi, come da prassi ormai, si presentano divisi in due settori, con la Curva Est, storica roccaforte del tifo il cui dato di cronaca riguarda lo striscione “Vergognateve” che da qualche tempo contraddistingue le loro partite, affiancato da una pezza più piccola che si auspica quanto prima di poter tornare a respirare “aria pulita”, metaforicamente parlando. In Curva Nord, dove s’è spostato il baricentro del tifo, più compatto e bello a vedersi il quadrato formato dai presenti. Si contraddistinguono anche per lo sventolio di un bandierone di pregevole fattura e per l’esposizione di uno striscione di benvenuto ad un nuovo tifoso ternano.

Se l’impatto visivo, numerico e canoro pende tutto verso l’ampia e bella presenza ospite, in campo si realizza la più insperate delle batoste per i Lupi irpini, letteralmente surclassati per 4-1 da una compagine dalla cifra tecnica non trascendentale. La cosa ovviamente, a fine gara, lascia qualche malumore fra i tifosi. Un perentorio “Noi vogliamo gente che lotta” ai giocatori convenuti a fine gara sotto il loro settore, è davvero il minimo: per la generosità mostrata meritavano se non la vittoria, almeno un maggior impegno. Grande merito alla Ternana comunque, che con questa vittoria rilancia seriamente le proprie speranze, dopo un lungo periodo in cui sembrava ormai inerme e rassegnata alla retrocessione.

Foto di Marco Barcarotti.