Ultima giornata del campionato cadetto ed ultimi verdetti da esprimere. Il calendario presenta interessanti scontri per il vertice e la coda della classifica, tra questi rientra a pieno titolo quello tra Latina e Spezia. I pontini, vincendo a Cesena, hanno ottenuto la matematica qualificazione ai play-off ed oggi, con una vittoria, sperano in un difficile passo falso dell’Empoli impegnato in casa con il Pescara, per centrare la promozione diretta. Da parte spezzina, invece, serve un risultato utile per acciuffare l’ultimo posto disponibile per gli spareggi, tendendo un orecchio al Franco Ossola di Varese dove i prealpini ospitano il Siena.

Avevo lasciato gli spezzini a Frosinone, in una partita di Serie C1 di, ormai, parecchi anni fa. Li ricordo come un buon gruppo, chiassoso, colorato e dedito al tifo. Nel periodo della tessera, dei divieti e degli attacchi incondizionati al mondo delle curve, ho imparato a non avere più certezze su nessuna tifoseria, mi avvicino quindi incuriosito a questa partita dando già per scontato una presenza comunque buona (almeno per quelli che sono diventati i numeri in Serie B) dei liguri.

Una volta sottratta indebitamente la macchina a mio fratello, posso partire da casa quando l’orologio segna le 17:30. È presto, ma prima di raggiungere il Francioni devo fare una piccola deviazione a Pomezia, per prendere un amico che, incuriosito dal primo anno di cadetteria dei nerazzurri, ha deciso di farmi compagnia. Che poi sarebbe meglio dire che è lui a prendere me, visto che posiamo la mia macchina e ci incamminiamo verso Latina con la sua.

Dopo Aprilia anche il traffico si dirada e fortunatamente non ci sono intoppi per raggiungere il centro cittadino. Parcheggiata la macchina nell’ormai consueta stradina senza uscita, a pochi passi dal palasport, possiamo avviarci verso il botteghino ritirando i nostri accrediti.

Dato che è ancora molto presto, optiamo per un giro attorno allo stadio, per testare il clima. Vedendo la tranquillità che regna nel perimetro che circonda il Francioni, con bambini che giocano a pallone praticamente a pochi metri di distanza dalla tribuna scoperta, ragioniamo su come, se da una parte il clima teso che spesso regna negli stadi delle grandi città abbia per noi un certo appeal, dall’altro anche un po’ di serenità e svago non facciano male a chi abitualmente frequenta gli spalti.

Attendiamo l’arrivo di qualche torpedone spezzino e poi, anche per evitare troppa fila, decidiamo di entrare. Mancano dieci minuti e lo stadio si sta riempiendo. Il tutto esaurito è ormai un dato di fatto da queste parti ed alla nostra destra stanno facendo il loro ingresso anche gli ospiti, il cui numero alla fine si attesterà attorno alle 200 unità. I numeri sono crollati ovunque, inutile star qui a cincischiare, un tempo in occasioni del genere avrei giudicato 200 spezzini a Latina a dir poco ridicoli, oggi li prendo per buoni e so che c’è da apprezzare chi ancora ha il coraggio ed il fegato per sobbarcarsi trasferte in questi ameni ed insulsi campionati, per di più in un giorno lavorativo e con diversi chilometri da macinare anche al ritorno. Sicuramente la mia stima va, come sempre in questi casi, più a questi 200 che ai restanti 5.200 di San Siro in occasione della Coppa Italia.

Arrivano le 20:30 e le squadre fanno capolino dagli spogliatoi. Gli ultras liguri alzano al cielo le proprie sciarpe dando un bel colpo d’occhio e facendosi sentire. Una volta il tutto sarebbe stato accompagnato da torce e fumogeni, ma la Questura di Latina (la stessa che “daspa” per un fumogeno acceso, multa per uno striscione esposto, oppure la stessa che con motivi pretestuosi chiude lo stadio a Terracina e fa pressione affinché agli stessi terracinesi vengano vietate tutte le trasferte) su queste cose non transige. Forte con i deboli, deboli con i forti. L’Italia.

Usciamo subito dalla polemica e continuiamo a raccontare la gara del tifo. La Nord saluta l’ingresso dei propri giocatori prima con una sciarpata sulle note dell’inno ufficiale e poi con un bel coro a rispondere seguito da un paio di battimani la cui partecipazione è pressoché totale.

In campo lo spettacolo non è dei migliori, con le due squadre che si fanno vedere di rado nelle aree avversarie e lo Spezia che sfiora il gol in un paio di occasioni. Rispetto ad altre tifoserie viste, almeno da me, a Latina, gli spezzini fanno una buonissima figura, non smettendo praticamente mai di cantare e risultando anche abbastanza colorati con  le loro bandierine ed un’altra sciarpata nel secondo tempo. Che il seme del tifo, inteso proprio come sostegno canoro, a La Spezia ci sia è tangibile, ed anche al netto di tutte le limitazioni è sempre bello vedere duecento persone cantare allegramente e con voglia di farlo.

Anche su sponda pontina devo dire che stasera c’è una marcia in più rispetto alla gara contro il Siena. Il vero problema, a mio avviso, della Curva Nord è la troppa gente che, per spendere qualche euro in meno, sceglie suddetto settore sedendosi poi ai lati del blocco centrale, che si danna l’anima per fare il tifo. Eppure stasera anche i meno “calorosi” sembrano rispondere agli appelli degli ultras, seguendo i loro cori e dando vita ad una prestazione molto buona. Da segnalare uno striscione per ricordare i 29 anni dalla strage dell’Heysel. Un messaggio applaudito da gran parte dello stadio.

Nella ripresa, quando l’Empoli va in poco tempo sul 2-0 contro il Pescara ed il Varese trova il vantaggio sul Siena, le due squadre rallentano per non farsi male a vicenda. Alla fine, quando anche dall’ Ossola arriva la certezza del risultato, scoppia la festa da ambo le parti.

Per il Latina forse neanche il più ottimista avrebbe saputo pronosticare un simile esito, mentre a La Spezia ringraziano di cuore i propri giocatori per un traguardo ambito e che potrebbe ridare lustro ad una piazza che ormai da tanti anni staziona regolarmente in Serie B.

I pontini se la vedranno con la vincente di Crotone-Bari, mentre i liguri affronteranno già tra tre giorni il Modena. In questo clima di festa generale non ci resta che immortalare gli ultimi momenti e poi guadagnare la via dell’uscita.

La nostra macchina è ormai l’ultima nell’improvvisato parcheggio, torniamo indietro che le strade sono vuote e la Pontina una distesa di asfalto che popola buona parte dell’Agro. Ripresa la macchina a Pomezia e salutato Francesco, anche per me la strada di casa si fa sempre più vicina. Le prossime settimane sapranno dirci se quello del Latina potrà trasformarsi da sogno a realtà.

Simone Meloni.