È stata, metaforicamente parlando, una lunga e calda estate per il calcio italiano ed in particolare per la piazza novarese. Tutto comincia con la retrocessione degli azzurri in Lega Pro dopo una stagione molto al di sotto delle aspettative.

L’obiettivo iniziale è quello di ricostruire una squadra per rientrare subito in cadetteria e riconquistare la piena fiducia dei tifosi che, nonostante gli scarsi risultati, non hanno fatto mancare il proprio apporto alla squadra.

Ma come oramai accade sempre in estate, sono diverse le squadre che puntualmente falliscono e spariscono dal calcio professionistico. In questa stagione è toccato al Siena di patron Mezzaroma la triste sorte di sparire: si apre quindi la porta ad un ripescaggio per permettere il regolare svolgimento del campionato di B, un torneo a 22 squadre ma che il palazzo vuole portare a 20.

Come logica propone, dovrebbe essere il Novara a prender posto del Siena. Sembrerebbe tutto già scritto, ma le favole esistono solo nei libri per ragazzi ed il “Vissero felici e contenti” qui nel fu Bel Paese non esiste più.

Il Novara fa il suo ricorso per legittimare la riammissione nel campionato di Serie B, istanza che viene accolta dal Coni (in funzione di Alto collegio di Garanzia): bene direte voi l’iter è praticamente concluso e il Novara verrà ripescato. Invece no, magicamente la FIGC sconfessa tale decisione riaprendo i criteri per i ripescaggi dal quale il Novara e altre squadre che hanno fatto richiesta di riammissione sono automaticamente fuori, aprendo le porte ad altri sodalizi.

Non voglio andare avanti con una cronistoria di questa ennesima farsa italiana che ha toccato me in primis, essendo tifoso del Novara, ma che ha anche dato l’ennesima brutta immagine del calcio italiano la cui credibilità è scesa ai minimi storici. Dico solo, come molti prima di me hanno già fatto, che i vari presidenti di leghe e federazioni dovrebbero aver il coraggio di prendere le proprie cose e andarsene.

Il loro problema poi sono sempre gli ultras, sbattuti in prima pagina alla minima occasione, in modo tale da spostare l’attenzione del pubblico mentre loro uccidono per l’ennesima volta il gioco che ha fatto innamorare molti di noi e, ahimè, in molti casi ce la stanno facendo. Basti vedere come è calato il numero di spettatori in questi anni: molto più comodo vedere la partita da casa nel mezzogiorno che andare allo stadio come una volta. Però in questo campionato di Lega Pro si stanno davvero superando: partite spalmate nell’arco di quattro giorni, dal venerdì sera al lunedì passando per la domenica alle 11, orario in cui giocano i ragazzini nei campetti di perfieria, ma cosa non si fa per qualche soldo in tasca…

I diritti tv in questo campionato sono stati venduti ad una piattaforma internet che allegramente decide quando e dove farti giocare. Adesso comprendo appieno lo slogan “Odio eterno al calcio moderno”, un calcio dove il presidente della federazione ha una lista di condanne definitive lunghissima e come commissario tecnico è stata scelta una persona che ha patteggiato una pena per lo scandalo scommesse, d’altronde quando si mischia il calcio con la politica nulla di buono ne può nascere.

Paradossalmente la passione qui a Novara non l’hanno uccisa, anzi hanno forse riacceso gli animi tanto che già alla presentazione della squadra e nella prima trasferta, il tifo azzurro è stato coinvolgente e continuo nell’arco dei 90′.

L’esordio casalingo avviene in uno degli orari più stupidi mai visti: sabato sera alle 19:30, avversari i lombardi della Feralpi Salò. Sono circa un centinaio gli ultras azzurri che si compattano dietro lo striscione Curva Nord Novara ai cui lati si trovano le pezze di Vecchio Stampo, Sezione e Zoo: pronti e carichi sostengono la squadra incessantemente, variando con qualche coro contro la Lega italiana e Abodi (presidente della Lega di B) giudicati mandanti della cui sopra uccisione del calcio.

Il sostegno alla maglia non viene mai a mancare, anche se il fisiologico calo delle presenze fa sì che i cori a ripetere siano meno forti rispetto al passato, non a caso la Nord opta per cori più lunghi e quando la voce non arriva, il battimani fa il resto. In definitiva risultano tanto continui quanto colorati, merito delle diverse bandiere fatte sventolare nel corso della gara che vede il Novara vincere grazie ad un gran gol di Corazza nel primo tempo.

Sulla sponda opposta gli ospiti che, in numero esiguo, abbozzano qualcosa solo all’inizio della gara seguendo il resto della stessa sostanzialmente in silenzio.

Alessio Farinelli.