Torno, dopo qualche tempo, ad occuparmi di ultras del basket. L’occasione è ghiotta, la nobile decaduta Fortitudo in visita al PalaLeombroni di Chieti, con la Fossa al seguito.

All’arrivo al palazzetto buono il colpo d’occhio, oltre 2.000 gli spettatori per quello che ai locali appare subito come un appuntamento con la storia.

Curioso aneddoto, Stefano Mancinelli, ex capitano della Fortitudo (e della nazionale) salito alle cronache nei giorni scorsi per gli sfottò nei confronti degli odiati Virtussini, è proprio un Teatino doc, molto legato alla sua città natale.

I tifosi ospiti arrivano a partita iniziata, facendo il loro ingresso nel settore in modo compatto e con un bellissimo sventolio di bandiere. Si posizionano nella parte bassa dietro il drappo “Fossa” e danno subito il via ad una serie di cori potenti ben accompagnati da battimani. In circa 80 unità con la presenza di alcuni Rosetani, storici gemellati della sponda biancoblu di Bologna, si fanno sentire praticamente durante tutto il match con cori tenuti anche per diversi minuti.

Sventolio di bandiere alternato a belle sciarpate ottimamente eseguite. Indifferenza reciproca tra gli Emiliani e il pubblico di casa, come era facile immaginare

Nella curva dei locali si registra la presenza di alcuni ragazzi che comunque fanno del loro meglio con cori e sventolio di bandiere per coinvolgere tutto il palazzetto, che nonostante la storica vittoria non vuol togliersi di dosso quell’etichetta di pubblico da “spettacolo teatrale”.

Qualche applauso polemico da parte dei ragazzi di Bologna a fine partita, nei confronti dei loro atleti, rei di non aver dato il massimo. Li vedo comunque andar via in pullman scortati da un dispiegamento di forze degno delle zone di guerra del medio oriente.

Marco S.