“Vatt’a vedè ‘a Roma a nonno, ch’oggi tocca da vince”. Non mi piace fare il sentimentalista o cominciare il pezzo con frasi tipo “Il calcio dei nostri padri”, ma su questa frase detta dal mio novantenne nonno paterno devo dire che non sono rimasto insensibile. E’ stata la pronuncia dialettale, quel romanesco parlato ormai solo dagli anziani, a dare queste parole un tono differente. Nella sua faccia c’era ancora la passione e l’amore per quella squadra che ha sempre tifato e che ha tramandato a figli e nipoti. E’ un qualcosa di emozionante a cui si può credere o no, ma che funge da vera e propria mannaia nei confronti di uno spettacolo ormai privo di sentimenti e sempre più accerchiato da cavilli burocratici e decisioni liberticidi. Insomma, poteva dirmi anche la stessa cosa mettendo come soggetto il Napoli, il Milan, la Juve o l’Internazionale. Il concetto sarebbe stato quello.

E allora mi avvio verso l’Olimpico con il sorriso sulle labbra. Si tratta peraltro della mia prima tribuna stampa in una gara di rilievo. L’idea di scendere con la metro a Ottaviano per prendere l’autobus 32 non è esattamente buona, come sempre accade a queste latitudini il pullman tarda a passare e quando giungerà in fermata per salire ci sarà bisogno di comprimersi all’inverosimile. Chiusa questa folkloristica parentesi ritiro l’accredito e mi avvio verso la tribuna stampa. I tifosi che brulicano attorno allo stadio sono numerosi e per stasera si preannuncia una buona cornice di pubblico. Se poi la società giallorossa rivedesse la propria politica dei prezzi, con la squadra che sta disputando una buona stagione, forse si avrebbe quasi sempre l’opportunità di vedere uno stadio gremito. Non è un qualcosa di utopico, ma di molto più fattibile e semplice rispetto a quanto si possa pensare. Il calcio dovrebbe essere alla portata di tutti non tanto quanto sport, ma in quanto luogo di aggregazione. L’esatto contrario della filosofia con cui marcia l’Italia attualmente.

Sono lontani i tempi in cui queste partite facevano da proscenio al settore ospiti pieno. Oggi sono circa un migliaio gli interisti presenti, con la componente ultras proveniente da Milano che si attesta attorno alle 150 unità. Come sempre è difficile dare un giudizio nei loro confronti, sulle pezze della Curva Nord infatti il tifo non manca mai, il problema viene qualche fila sopra dove i tifosi provenienti da altre parti d’Italia fuorché dal capoluogo lombardo sono più interessati alle giocate di Juan Jesus che a sostenere i nerazzurri. Sul fronte romano stasera la Sud tiene botta in modo più che dignitoso, sfoderando una buona prestazione inaugurata dall’ampio utilizzo della pirotecnica in avvio di gara. Anche oggi non si registrano morti per torce o fumogeni, Alfano prendi nota che forse, come i tuoi predecessori, qualcosa la stai sbagliando.

La Sud espone inoltre diversi striscioni, due nei confronti degli atalantini e dei disordini verificatosi nella giornata precedente all’Atleti Azzurri d’Italia. Se uno è provocatorio, l’altro è in loro sostegno chiedendone la libertà. Non manca poi un riferimento a Lionello Manfredonia, l’ex capitano della Lazio che venne ceduto sul finire degli anni ’80 dalla Juventus alla Roma suscitando le ire di buona parte del CUCS per i suoi trascorsi biancocelesti. Le frizioni portarono alla scissione tra Vecchio Cucs e Cucs G.A.M. (Gruppo Anti Manfredonia). In settimana la società, tramite il proprio sito, aveva fatto gli auguri all’ex giocatore, peccando evidentemente di ignoranza in merito alla storia del club e della sua tifoseria. La risposta degli ultras è chiara e palese: “58…Manfredonia miracolato, peccato che ci sei arrivato!” (riferendosi all’infarto accusato dallo stopper nel 1989 a Bologna da cui si salvò per miracolo).

In campo la sfida è un tourbillon di emozioni. La Roma comincia alla grande e trova il vantaggio con Gervinho. Proprio quando sembra che la squadra di Garcia possa far un solo boccone degli avversari l’Internazionale reagisce e sugli sviluppi di un corner trova il pari con Ranocchia che (come da cognome) salta più in alto di tutti. La ripresa inizia subito con il nuovo vantaggio romanista firmato da un prodezza di Holevas, che dopo aver saltato due uomini scaglia un tiro imparabile alle spalle di Handanovic. L’Olimpico esulta ma viene quasi subito zittito dall’ex di turno, Osvaldo. L’argentino va in gol con un tiro sporco e reagisce platealmente agli insulti del suo ex pubblico. Ma non è finita qua, a regalare i tre punti ai capitolini infatti ci pensa Pjanic, con un piattone da distanza ravvicinata e un magistrale calcio di punizione. Finisce 4-2 con la Roma che risponde alla vittoria in extremis della Juventus nel derby. Grazie Roma e Roma Capoccia chiudono la vittoriosa serata giallorossa, mentre io devo accelerare i tempi per non perdere l’ultima metro e dovermi sobbarcare un viaggio sul bus notturno.

Testo Simone Meloni

Foto Cinzia Lmr