L’impegno della nostra nazionale contro il quotato Belgio offre la vetrina d’eccezione alla serie cadetta che, per l’occasione, si prende la platea giocando il proprio turno alla domenica pomeriggio, cosa alquanto gradita visto che, non mi stancherò mai di rimarcarlo, il giorno del pallone è la domenica. Ovvio, c’è anche la solita ridda di anticipi e posticipi: guarda caso l’incontro che si svolge all’Armando Picchi di Livorno viene anticipato proprio al sabato pomeriggio. Niente di sconvolgente, sembra quasi un turno “normale”: giocare di sabato per la serie B ormai è la prassi.

L’ospite di turno è il Vicenza, che si porta dietro un nutrito gruppo di persone. L’arrivo avviene a scaglioni, i primi a fare il proprio ingresso nel settore ospite sono quelli arrivati in Toscana con i mezzi propri, poi è la volta degli ultras che attaccano qualche pezza alla balaustra e cominciano a colorare il loro settore.

Qualche ruggine in seno alla tifoseria biancorossa nel prepartita, durante l’esposizione delle pezze, fra ultras e club: questo fatto incide, e non poco a mio parere, sul tifo degli ospiti che non decolla quasi mai o almeno, visti i numeri in gioco, poteva essere più incisivo.

I veneti esteticamente non sfigurano, i numeri sono a loro favore con una presenza che definirei più che buona, poi riescono pure a colorare il settore con un paio di bandieroni e diverse bandierine. Dove peccano un po’ è indubbiamente nella compattezza: in alcune fasi dell’incontro sono troppo divisi e solo a partita ampiamente iniziata riescono a far gruppo in maniera più coesa, riuscendo pure ad offrire qualche bel coro. Ad onor del vero i battimani sono seguiti anche da quelle persone che si sistemano a lato del gruppo principale, mentre i cori veri e propri sono quasi sempre a discapito degli ultras.

Tra le due tifoserie si alza qualche coro offensivo, sono ancora i biancorossi ad accendere la miccia con un deciso “Vaffanculo a tutta Livorno” che non può non trovare la pronta risposta della curva di casa.

La Curva Nord di casa si presenta con qualche vuoto, ma con la zona centrale che propone sempre un buon numero di ultras che si ritrovano dietro le pezze amaranto. Per l’occasione è presente una delegazione dei gemellati di Marsiglia con un paio di pezze al seguito, presenza che è alquanto gradita in un fine settimana sconvolto dall’attentato di Parigi, che si porta dietro un drammatico numero di morti e feriti ed un altro drammatico numero di interrogativi di non facile risposta. Anche a Livorno, come negli altri stadi di serie B, doveroso il minuto di raccoglimento con la bandiera francese esposta a centro campo accompagnata dalla Marsigliese.

Curva di casa che non fa mancare il proprio apporto, cori per la squadra e la città si fanno sentire chiaramente, mentre ad inizio partita un paio di cori offensivi vengono offerti come risposta agli ospiti. Anche in Curva Nord manca un po’ il contorno, gli ultras si danno un bel daffare ma il restante settore è svogliato, forse coinvolto nell’apatia di una partita che, almeno nei primi quarantacinque minuti di gioco, offre ben poco con il Vicenza sicuramente più pericoloso dei padroni di casa.

Nel secondo tempo le cose sembrano migliorare sul terreno di gioco e sugli spalti, dove almeno i vicentini riescono ad arrivare ad un equilibrio, magari precario ma comunque riescono ad offrire una prova più incisiva rispetto alla prima frazione.

L’alternanza del risultato sul terreno verde infiamma le due tifoserie che non si risparmiano nel sostegno alla squadra, trovando dei picchi di intensità non indifferenti.

I vicentini offrono una bella sciarpata a tutto settore, i padroni di casa omaggiano con un paio di cori i gemellati di Marsiglia, poi verso la fine dell’incontro le due tifoserie si scambiano gli ultimi cori offensivi per ribadire la rispettiva poca simpatia.

Quando il direttore di gara decreta la fine dell’incontro, i più felici del risultato sono gli ospiti, i giocatori di mister Marino si dirigono sotto il settore per lo scambio di applausi, mentre quelli in maglia amaranto masticano amaro ricevendo comunque gli applausi della curva.

Valerio Poli.