Finalmente quello che aspettavo. Va in scena quello che possiamo definire “El clasico” del calcio polacco allo Stadion Miejski di Cracovia, dove i padroni di casa del Wisla affrontano i rivali del Legia Varsavia. Fino ad oggi, escludendo un paio di incontri dove le tifoserie erano gemellate, non avevo avuto ancora modo di riuscire a respirare “l’aria di stadio” tipica dei campi da gioco polacchi. Due tifoserie rivali qui a Cracovia, finalmente sembra essere l’occasione giusta, e infatti l’appuntamento non ha tradito le attese, offrendo uno spettacolo sugli spalti di quelli che hai sempre immaginato e finalmente stai per vivere in prima persona.

Ma andiamo per ordine: gli Sharks, grazie alla collaborazione di tutto lo stadio, realizzano una coreografia dal colpo d’occhio veramente impressionante, andando a comporre con dei cartonicini in curva ed un telone misto sempre a dei cartonicini in tribuna, la scritta “AVE WISLA”, con annessa la stella, simbolo del club. I dirimpettai bianco-rosso-verdi rispondono con una torciata veramente fitta, mi sono quasi emozionato, non essendo ormai più abituato da tempo in Italia. Vocalmente partono forte entrambe le tifoserie, con i padroni di casa che tendono più ad incitare la squadra, mentre gli ospiti sembrano dedicare le loro attenzione solo ai rivali, insultandoli ripetutamente per tutto l’arco della gara, ad intervalli decisamente brevi.

La partita termina 0-2, calcisticamente risultato bugiardo. Il Wisla non meritava la sconfitta, ma così va il calcio. Entrambe le squadre a fine gara si recano sotto i rispettivi settori per i saluti di rito e di ringraziamento, cosa assai diffusa in Polonia, dove i giocatori sono molto riverenti e rispettosi verso i propri tifosi, un qualcosa che dovrebbero insegnare ai colleghi che militano nel nostro campionato. In questa domenica sera dove si comincia a sentire il primo vero freddo polacco, finalmente qualcosa da registrare, seppur esclusivamente sugli spalti, in quanto l’esterno era completamente militarizzato su ogni lato dello stadio.

L.B.