Il derby appena disputato ha lasciato delle cicatrici, metaforiche, nel Novara e nei suoi ultras. Gol vittoria al 90° e imbattibilità negli scontri diretti caduta dopo 15 anni. Questo ha portato gli ultras azzurri ad un pronto confronto con la squadra e col suo tecnico che non ha mai fatto breccia nei cuori azzurri. Risultato: la Nord e buona parte della tifoseria azzurra non gradiscono la guida di Boscaglia e la condotta di alcuni giocatori azzurri.

Tutto questo trova sfogo nella gara di oggi. L’Avellino dell’ex Toscano fa tappa al Piola.

La Curva Nord rimane vuota, nello spazio centrale dove solitamente si sistemano gli ultras azzurri dietro la pezza “Nuares” nessuno si avvicina. C’è aria di contestazione per un campionato che latita a decollare.

Sulla sponda opposta sono circa 250-300 gli irpini giunti in Piemonte a sostenere il lupo, anche se va detto che molti, come buona parte delle tifoserie del Sud, sono trapiantati al Nord.

La presenza ultras è garantita dallo “zoccolo duro” che sistema l’enorme striscione biancoverde “Avellino”. Da notare anche la presenza di alcuni ragazzi di Messina a rinsaldare il gemellaggio presente tra le due tifoserie. La curva avellinese si fa subito sentire già dal riscaldamento: gli ultras sono qui per sostenere i propri colori e chiedono ripetutamente la vittoria.

Le squadre fanno il loro ingresso in campo, anche se sono gli ospiti a farsi sentire vista la palese contestazione verso società e allenatore da parte dei novaresi.

Passano i minuti e la parte centrale della Nord inizia a riempirsi. I novaresi fanno quadrato e iniziano a richiamare l’attenzione del presidente, uno dei bersagli della contestazione.

Gli avellinesi, dal canto loro, con un susseguirsi di cori a ripetere fanno capire alla squadra quanto sia importante per loro la causa Avellino.

La prima parte di gara scorre senza particolari sussulti in campo mentre sugli spalti il disappunto dei novaresi viene evidenziato in diverse occasioni; dall’altra parte si passa dai cori secchi a quelli più lunghi e, dove non arriva la voce, ci pensano le mani a tenere alto il coro.

Nel secondo tempo i novaresi spostano il proprio tifo verso la squadra: i colori, non i giocatori, come ricordano in più di un’occasione. Anche lo stadio è restio a seguire i cori proposti dal settore centrale, facendo si che dopo un’iniziale picco i cori si perdano tra le fredde mura del Piola. A spezzare gli equilibri ci pensa Viola che porta in vantaggio gli azzurri all’ora di gioco, dando la scossa ai tifosi: gli ultras mettono quel qualcosa in più per primeggiare sugli avversari che, spenti dallo svantaggio, lasciano il solo gruppo centrale a sostenere i propri colori, non facendo mai mancare il sostegno ai diffidati. Diverse bandiere fanno da contorno agli ultimi minuti della partita.

 La gara termina sull’1-0 e il Novara può cominciare a respirare vista la situazione non esaltante di classifica anche se, per l’ennesima volta, viene ribadito alla società il disappunto per alcune scelte di mercato.

Gli irpini non fanno mai mancare il sostegno al Lupo. Anche quando la voce viene meno, ci sono manate e bandiere che fanno vivere il settore fino al 90°.

Alessio Farinelli.