Sabato 06 Febbraio abbiamo finalmente occasione di inaugurare, in trasferta, l’anno da poco affacciatosi alle porte. Armati di grande umiltà e coerenza, torniamo a viaggiare per le strade d’Italia senza quella inutile e maledetta carta di plastica che è la tessera del tifoso. Come destinazione per la venticinquesima di campionato ci attende il “Romeo Menti” di Vicenza.

Ai virtussini che in settimana hanno assistito al cambio di allenatore in panchina (…in bocca al lupo al nuovo mister!), spetterà l’arduo compito di sopperire alla brutta prestazione sfoderata nella precedente gara col Trapani. In sostanza serve un risultato positivo se non tanto per tirar su la classifica, almeno per tirar su di morale l’intero ambiente.

Dicevamo della trasferta, quindi, e per quel che ci interessa da vicino, riteniamo sarebbe stato più corretto parlare di Vicenza come una destinazione che ci “avrebbe” dovuto attendere; e a breve capirete il perchè di un condizionale così rimarcato che porta con sé il peso di una inaudita repressione.

Per i quattro Ultras partiti in rappresentanza del gruppo, la giornata si apre con lo spirito giusto (ammirare di prima mattina le grazie della barista che ci prepara il caffè, ci mette davvero di ottimo umore!). Sorprendentemente in orario, alle 07:00 ritiriamo il biglietto che ci consente l’entrata in autostrada. Avanza a briglie sciolte la guida sul tratto di A14 verso Bologna, lungo il quale ci fermeremo un paio di volte. Successivamente ci muoveremo in direzione Ferrara, dove durante la sosta approfittiamo per chiedere indicazioni circa il percorso migliore da seguire per raggiungere la città berica. In pratica, ci verrà confermato di uscire al casello di Villamarzana-Rovigo Sud, di procedere sulla SS434 e quindi di imboccare l’autostrada della Valdastico (la A31).

Nonostante oggi l’orologio sembri essere clemente, terminiamo di scolare abbastanza in fretta le lattine di birra, con cui accompagniamo i nostri panini caserecci, e risaliamo a bordo. L’intenzione è quella di concederci una buona pausa, senza ansie, a pochi chilometri dall’arrivo. E infatti, quando sul quadro della macchina leggiamo che sono le 13:40, decidiamo di fare ingresso in un’area parcheggio all’altezza di Agugliaro. Notiamo a distanza un pullmino di “Lancianesi” che staziona nei paraggi, ma evitiamo qualsiasi tipo di contatto o forma di comunicazione dato che con loro i rapporti non sono sicuramente dei più rosei.

Tra battute varie e qualche discorso serio sul mondo del tifo organizzato cerchiamo di ammazzare il tempo alla meno peggio. La cricca dei tesserati, intanto, riparte e noi continuiamo a ridere e scherzare ed a rifocillarci allegramente con le scorte a disposizione (…le uniche che conosciamo!). Ma adesso veniamo al dunque, perchè la situazione di estrema tranquillità all’improvviso è turbata dal sopraggiungere sul posto di una volante della polizia.

Inizialmente gli agenti ci domandano il motivo per cui fossimo lì in quel luogo e noi, in assoluta sincerità, rispondiamo che siamo diretti a Vicenza a supportare il sodalizio rossonero; i biglietti non li abbiamo dietro ma contiamo di acquistarli allo stadio. Avvisati della situazione i colleghi del commissariato, è d’obbligo l’“invito” a favorire i documenti. E fin qui nulla di strano ma, col trascorrere dei minuti (parecchi minuti!), ci accorgiamo che i solerti tutori dell’ordine si appresteranno a trasformare quello che si sarebbe dovuto rivelare un controllo di prassi nei confronti di liberi cittadini, in una oculata operazione anti-Ultras.

Non contenti di esaminare al terminale la “carriera” di ciascuno dei presenti, si accingeranno addirittura alla perquisizione del veicolo. Mani a destra e a manca danno un fastidio immenso, certo, ma d’altronde non abbiamo nulla da nascondere per cui manteniamo la massima calma.

Da uno degli zaini appartenenti ad un ragazzo, saltano fuori due torce (di numero). Particolare, questo, che ci saremmo volentieri risparmiati (poichè, lo ricordiamo, le torce sono messe in «libera vendita» sul mercato) e che, invece, ci occorre citarlo per i sospetti destati. Ma l’apice dell’ignoranza si tocca nel momento in cui gli agenti si preoccuperanno di fotografarle accuratamente per reperire dalla centrale quante più informazioni possibili sull’articolo (…complimenti vivissimi alle competenze che, in qualità di servitori dello Stato, avete di vostro / ricevete dai vostri superiori!).

Girano nel frattempo le lancette e francamente cominciano a girarci anche i “maroni” (…toh, ironia della sorte!); dopo oltre mezz’ora di attesa, uno degli omini in divisa ci rivolge parola: «Ragazzi, siete perfettamente consapevoli che quella che state affrontando oggi è, a tutti gli effetti, una trasferta; la affrontate non muniti né di biglietti di accesso alla struttura sportiva né di strumenti di fidelizzazione, e perdipiù con l’aggravante del possesso di materiale che, ad ogni modo, potrebbe risultare compromettente se contestualizzato e riferito alla trasferta stessa. Per cui adesso le opzioni sono due: o col mezzo cambiate marcia per re-indirizzarvi verso casa, oppure proseguite per forza. Calcolate però che i colleghi di Vicenza sono avvertiti e incazzati e, assieme al responsabile della sicurezza, vi stanno appunto aspettando. Non siete soggetti graditi e, quindi, un provvedimento Daspo non ve lo leva nessuno. Andate dritti in mezzo alla merda!».

Beh, ai raggi X ci siam passati ed il rischio è alto e, quindi, seppur a malincuore capiamo che l’unica soluzione che ci rimane per tenere in vita il nostro già falcidiato manipolo è quello di fare dietrofront. Pensate che la pattuglia ci abbandonerà solo alla rotonda nei pressi del casello del piccolo comune veneto, a manovra compiuta (!!). Dunque, ad Agugliaro interrompiamo la settima uscita stagionale della crew.

Fortuna che la Virtus ci regalarà la gioia della giornata, con un perentorio 2 a 0 rifilato ai danni della squadra biancorossa. Intorno alle 21:00 ci uniamo ai fratelli diffidati che, calici in alto, ci riserveranno una strepitosa accoglienza per brindare all’ennesima peripezia superata: che scoppi il cuore a chi ci vuole male! 

Concludiamo: uno, avvalorando ulteriormente l’idea che in Italia l’Ultras non è considerato al pari degli altri individui. E non è vittimismo, purtroppo è realtà: constatiamo sulla nostra pelle cosa vuol dir vedersi negata la libertà di movimento sul territorio nazionale, sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione (regolamentato anche da trattati internazionali) ma, a quanto pare, tristemente violato nella pratica; due, immaginando (senza voler nello specifico dimostrare o impartire lezioni di mentalità a qualcuno) che in circostanze simili probabilmente non ci saremmo ritrovati se buona parte delle Curve avrebbero scelto di remare controcorrente anziché favorire il sistema, piegandosi ai suoi stratagemmi…

 LE VOSTRE LEGGI NON SONO LE NOSTRE REGOLE, “FRENTANI NON TESSERATI” NESSUNA RESA !!!

Vicenza1