In 40.000 al San Nicola in questa piacevole serata primaverile. Era stata promessa “la coreografia più grande di sempre della storia della tifoseria barese” e cosi è stato. Certamente riferendola al numero dei settori in cui è stata composta, cosa mai successa in precedenza.

Senza estetismi o arditi colpi speciali, ma solo un’impronta di colore che badasse alla concretezza dell’impatto visivo. Un lavoro egregio, visto che questa coreografia è stata organizzata in pochissimi giorni, grazie alla tenacia del solito manipolo di fedelissimi e senza più l’egida del grande gruppo unico.

Un po’ meno riuscito l’inno, che oggi è stato cantato in diretta, con non pochi problemi di acustica e salvato solo in parte dall’impareggiabile pubblico. Dopo di ciò, accensione di torce sparse qua e là in tutto lo stadio, il cui colpo d’occhio è stato forse ancora più vistoso rispetto alla coreografia.

Decisamente un San Nicola carico, ma non è una novità di questi tempi. Quando canta tutto lo stadio, si raggiungono degli apici di tifo con pochi eguali. Anche nei momenti di silenzio dello stadio, lo zoccolo duro tende a non mollare, mai. E comunque non è facile, con questa massa di occasionali, rendere al massimo per novanta minuti dal punto di vista canoro.

Considerando tutto, pieni voti per questa tifoseria che, dopo il periodo nero seguito allo scioglimento degli UCN, sta ritrovando i giusti stimoli, la giusta identità e quell’orgoglio di appartenenza alla curva messo fortemente in discussione dopo le tante accuse e polemiche del recente passato, sia esterne che interne a Bari stessa.

Da Novara una sparuta rappresentanza. Nulla o poco da segnalare vista la sproporzione numerica nella quale si sono trovati ad agire. Lodevole comunque la loro presenza, un atto di fede e di amore che da sé ripaga sempre di tutto, anche dagli infiniti chilometri che hanno dovuto macinare per esserci o dal periodo di pessimo rendimento della squadra in campo.

Massimo D’Innocenzi.