Non molto tempo fa il Varese si giocava, al cospetto della Sampdoria, i playoff per accedere in Serie A. Gli umori del Dio del calcio sono però mutevoli e basta un nonnulla per ritrovarsi a dover fare i conti con le sue bizze. Nel giro di poco tempo il Varese è stato investito da una delle tante crisi economiche le cui vittime nel calcio ormai non fanno quasi più notizia. Così il sodalizio lombardo, si è ritrovato in un attimo dalla gloria ai campetti desolati di periferia. Ne hanno pagato dazio i suoi tifosi più fedeli e non tanto in termini calcistici, visto che la nuova società sta lavorando di buzzo buono per riportare la “V” ai suoi recenti fasti, quanto nella possibilità di confrontarsi con altre tifoserie che, a queste latitudini, è quasi impossibile.

In questa occasione invece no. Al “Franco Ossola” di Varese arriva infatti il Casale, altra blasonata compagine che è stata capace di vincere addirittura uno scudetto agli albori del calcio nostrano, nel 1914 per la precisione. Anche se, a differenza dei padroni di casa, di polvere in questi anni ne hanno dovuta mangiare ancora di più con meno gioie sportive a mitigare. Eppure la tifoseria nerostellata è ancora al suo posto, sempre accanto alla propria squadra, anche nella cattiva sorte come il più fedele degli amanti.

Ne consegue una bella partita dal sapore d’altri tempi. Gli ospiti la onorano con una bella presenza dietro lo striscione “Ultras liberi”, impreziosita da un buon tifo, con molti fumogeni, una sciarpata e tanti battimani.
Non è da meno la prestazione della Nord di Varese, meno colorata, molto asciutta nello stile, ma che offre una buona prestazione di sostanza.

In campo la squadra di casa si impone con il più classico dei risultati, segnando un goal per tempo e continuando la corsa alla Lega Pro. Totale indifferenza fra le due controparti sugli spalti.

Testo di Matteo Falcone.
Foto di Emme Pi.