inter_coreografiaL’onere e allo stesso tempo il privilegio di un buon corrispondente che si rispetti sono rappresentati dall’impareggiabile ed innata capacità di compendiare in qualche riga un accadimento e/o una serie di contingenze, che metta l’utenza in una condizione di spettacolarità imparziale, in modo che sia allegoricamente coinvolta a diramare pareri ed esprimere opinioni più o meno oggettive, e che soprattutto informi e renda edotta la massa; su questo elementare ed embrionale proposito concettuale si fonda la filiale fiducia dei lettori, i quali danno per assodato che la deontologia professionale di ogni redattore abbia la meglio sui deliri di protagonismo e d’onniscienza.

Ciò dovrebbe essere peculiarità basica per avvalorare il proprio operato e per qualsiasi ambito si vada ad argomentare; peccato però che i farneticanti giudizi dei depositari mediali diano adito soltanto a disorganiche e fuorvianti cronache, lasciando che il blocco stoico degli amanti del veridico venga sublimato dalla inconcludente e diffamante mistificazione del reale. La gravità del malsano attivissimo potrebbe minare anche la credibilità del sistema istituzionale, qualora quest’ultimo, senza disaminare con i crismi necessari la fonte e la sua attendibilità, avallasse a prescindere, mancando di negligenza d’approfondimento.

Probabilmente si sarà organizzato così il pensiero dei tanti di fede Nerazzurra, accorsi lo scorso sabato sera alla trasferta veronese dell’Internazionale, nel mentre di un’attenta e sconcertante occhiata alle varie testate nostrane e ai (dispregiativamente) pittoreschi network e blog in rete, trasecolando dinnanzi a cotanta fuffa miscelata ad una quantità indefinibile di sesquipedali corbellerie, accocchiate dozzinalmente per totalizzare qualche visualizzazione: perché se è comprovato che chi vi scrive fosse lì a sostenere i Ragazzi nella intricata fatica del Bentegodi, è altrettanto riscontrabile che il peso specifico dei fatti sia stato ingigantito in maniera spropositata.

Per chi non avesse seguito dall’incipit la vicenda, ragguagliamo: nel pomeriggio di lunedì ha cominciato a tampinare il web la notizia che alcuni scontri si fossero consumati nelle zone attigue al settore adibito al Popolo NeroBlu, ove pare che un folto gruppo di sostenitori della Benamata abbia inveito virulentemente contro degli esponenti del tifo organizzato dell’Hellas, che nella circostanza sono risultati causa, avendo inizialmente intimato, e poi vittima di una colluttazione capace di indurre a ben quattro segnalazioni ai danni di altrettanti gialloblù di nazionalità francese e a lesioni di unità della squadra mobile. Repentine sono giunte le preliminari esternazioni di eminenti adepti ai Palazzi scaligeri: l’apri fila è stato Domenico Gagliardi, questore della città, asserendo che non si accenni a sconti per i fantomatici picchiatori, mentre il segretario Ugl Massimiliano Colognato ha chiosato che le sanzioni debbano essere più grevi per i teppisti del calcio.

Ci limitassimo soltanto a sunteggiare così lo svolgimento del post gara, probabilmente nessuno avrebbe qualcosa da eccepire, dato che gli sviluppi inducano a credere che di violenza si sia trattato; bensì c’è un aspetto da strutturare meglio, e cioè che la dinamica dei fatti non collimi esattamente con quella succitata e che gli addetti alla gestione di una corretta viabilità e di una non asserragliata circolazione, siano questi delegati della polizia locale o di quella statale, non abbiano diretto egregiamente la situazione: tralasciando la frastagliata e sconquassata perquisizione (se davvero fosse finalizzata alla serenità civile, non verrebbe ridotta ad una mera e bieca esposizione di facciata: che senso ha perpetuare questa pagliacciata?), con accluse disorientanti indicazioni per il raggiungimento della struttura ludica – nemmeno aiutando a desumere se potessero scortare anche i non affiliati ai gruppi organizzati o meno, alla luce di una chiara mancanza di comunicazione tra i variegati nuclei del corpo armato -, all’arrivo al casello autostradale e premettendo che fin dal principio non abbiano predeterminato con disposizioni adeguate una segnaletica che potesse facilitare il raggiungimento dell’area parcheggio ubicata agli Interisti – dei mal consigliati hanno inavvertitamente sostato il proprio veicolo nella zona C che insieme alla A e alla B componeva le tre opzioni di posteggio per i padroni di casa, nonostante sincerasse a caratteri cubitali che si trattasse di Settore tifosi ospiti -, l’episodio è maturato ampiamente a partita conclusa dal lancio di materiale non contundente da parte di portavoce della Sud di Verona verso i bus della Nord di Milano, sollecitando la reazione dei membri della Curva meneghina, che tentando di rispondere e scendendo dai mezzi hanno trovato schierata in anti sommossa un’orda di manganelli non titubante nello sganasciare crape a destra e a manca, ferendo qualcuno e trascendendo. 

Il finale è storia nota, però è bene che si ponga un ulteriore inciso: di certo dati atteggiamenti degli appassionati viscerali non oscilleranno tra il morigerato e l’eticamente commendevole, alla stregua sono essenza di un’irrazionalità imbrigliata ed astiosa da esemplificare e, dopo la maniacale ed encomiabile abnegazione per una Maglia e due Colori, sostanziano gli spettacoli coreografici e i sostegni canori che, quando meritevoli, siamo pronti ad assurgere ad emblema di amore calcistico sano, puro e lapalissiano, ma le responsabilità principali sono d’attribuire anche ad un’inefficacia e un’impreparazione complessiva di quelli che dovrebbero adempiere alle funzioni di tranquillità civica, non ottemperando ai giurati doveri e perdendosi nella losca logica dello scarica barile.

Per cui, cari Gagliardi, Colognato e compagnia cantando, prima di demonizzare l’ideale ultras, insegnante ai vostri surrogati cosa si intenda per ordine pubblico e, per favore, errata corrige.

[Fonte: Canale Inter]