Salgo in tribuna, inconsapevole di quante emozioni proverò in questo match, che vede Salernitana e Catanzaro incontrarsi in questa 12ma giornata di campionato. Fino ad ora ho cercato sempre di essere maniacale nel raccontarvi tutti i dettagli che caratterizzano una partita, soprattutto quella che si “gioca” sui gradoni dell’ “Arechi” tra le rispettive tifoserie: oggi sembra difficile contenerli tutti.

Potrei raccontarvi di come questa partita sia stata al cardiopalma: una sciupona Salernitana nel primo tempo, che, ad inizio secondo tempo, subisce la beffa del gol, per poi pareggiare ed infine, solo al 94mo, battere il Catanzaro e vincere questo scontro diretto al vertice. Ma questo non basta.

Allora potrei raccontarvi delle opposte fazioni: i 150 catanzaresi, in minor numero rispetto allo scorso anno, tra cui una 60na di ultras ancorati a spingere la loro squadra dietro i due striscioni “UC” e “MASSIMO”; potrei raccontarvi della bolgia della Sud che, dall’iniziale svantaggio al sorpasso allo scadere, ha reso incandescente l’ambiente con un incitamento senza pause, fino all’esplosione finale. Anche questo non basta.

Allora per capire in maniera totalizzante le emozioni di questa partita, di per sé già ricca, dobbiamo ritornare all’inizio, precisamente all’ingresso delle due squadre sul campo di gioco. Si nota un qualcosa di diverso: i 22 calciatori più terna arbitrale sono accompagnati da un piccolo grande guerriero, Armandino. Già proprio lui, colui che è stato capace di unire, in nome della solidarietà sprigionata dalla Sud di Salerno, un effetto domino che ha investito tante curve, alcune anche rivali di quella granata: ma in questi casi, si sa, questi discorsi si annullano.

E sulla vicenda di Armandino si segna una vittoria piena e netta del movimento ultras salernitano e non solo. Una solidarietà che ha percorso due binari: sostegno morale ed economico. Il primo senza mai scadere nella banalità, tutt’altro: una vicinanza sincera a telecamere spente, nel rispetto del piccolo e della sua famiglia. Oltre a questo, il deciso aiuto economico, come detto poc’anzi, con il contributo determinante della tifoseria salernitana, aiutata a sua volta da iniziative di altre tifoserie.

Insomma quando ci si unisce, il risultato è garantito, oltre pregiudizi e strumentalizzazioni.

La partita finisce con il risultato che già conosciamo, ma la star della giornata ritorna a prendersi gli applausi e gli abbracci non sul campo, ma sulla pedana della Sud: Armandino lancia i cori e sulle gradinate arriva la giusta risposta.

Scendo dalla tribuna ed esco dallo stadio, con la consapevolezza che la vittoria è di chi non molla: la Salernitana l’ha mostrato sul campo, un piccolo combattente, con il suo sorriso, ce lo sta dimostrando fuori, nella vita di tutti i giorni.

Gian Luca Sapere