In ogni sport, e in ogni partita che abbia un minimo di carica agonistica, ci sono sempre quei momenti in cui capisci da quale parte si indirizzerà la bilancia di Anubi.

Fine primo tempo: il bernese Arcobello prende 4 minuti di penalità, regalando al Lugano un powerplay esteso per poter schiodare il risultato fermo sullo 0-0. Nonostante i vari assalti, la porta difesa da un ispirato Genoni rimane inviolata.

Terzo tempo: il Lugano soffre il pesantissimo 0-2 rifilato dagli ospiti nel finale del periodo centrale. I bianconeri mettono il cuore oltre l’ostacolo e al 52°segnano la rete che dimezza le distanze con Fazzini, lasciandosi 8 minuti per tentare un ormai insperato pareggio e portarsi all’overtime. Dopo qualche decina di secondi, Arcobello lascia nuovamente Berna in boxplay e Lugano ha un’occasione d’oro per piegare l’inerzia fin là impietosa della partita. Immaginate il clima alla Resega, già caricata dalla marcatura della speranza. Ma alla fine della superiorità nulla di fatto nonostante tanto cuore. Nel finale Berna segna l’1-3 a porta vuota che, ironia della sorte, è anche lo stesso punteggio nella serie a favore dei capitolini, i quali ora hanno tre match point a disposizione per chiudere il discorso e portarsi in finale.

Il pathos della partita si racchiude in questi attimi pieni di carica agonistica e surriscaldati da un ambiente incandescente.

Alla Resega gli spettatori ufficiali sono 7.348. Dato l’orario e il giorno feriale, gran parte degli spalti si va a riempire nei minuti immediatamente antecedenti l’ingaggio iniziale.

Stavolta niente coreografia in Curva Nord: in vetrata viene appeso lo striscione “Crediamoci”, mentre durante la presentazione delle squadre, a luci spente, vengono lanciati diversi coriandoli.

Nelle tribune e in Curva Lago è abbastanza suggestiva la coreografia (sponsorizzata) a base di palloncini luminosi, mentre il giovane gruppetto della stessa Lago innalza un piccolo bandierone in stile Batman.

Come capitato sempre in queste partite dei playoff, la Nord è in grande spolvero: settore pieno, un megafonista che non lascia nessuna frase al caso prima di lanciare il prossimo coro, tamburi coordinati per dare il giusto ritmo.

I primi minuti in particolare registrano una partecipazione totale al tifo da parte della pista. Lo stesso effetto si ottiene spesso e volentieri nei momenti più concitati della disputa, e in particolare nel terzo periodo, proprio quando il Lugano dà l’impressione di poter raddrizzare la barca.

Gli unici momenti di calo fisiologico, ma non di silenzio, arrivano con l’1-2 di Berna nel periodo centrale: la pista ammutolisce, la Nord ci prova ma dopo qualche acuto i decibel registrano il timbro dello sconforto, prima di riprendere la marcia al motto di “Non mollare mai”.

Dopo un gran terzo tempo di tifo, la squadra deve arrendersi di fronte ad un avversario granitico ma ottiene lo stesso gli applausi di tutto il pubblico, con la Nord che continua a cantare, come vuole la prassi playoff, diversi minuti dopo la chiusura delle ostilità.

Da Berna, dopo la magra figura di gara 2, arriva quasi il doppio dei tifosi, che si attestano, più o meno, in 150 unità.

La composizione del contingente ha molto poco di tifo organizzato, nonostante le prime file provino costantemente a dare a tutti un’impronta ultras.

Rispetto a qualche giorno prima, il sostegno ottiene risultati migliori, con qualche coro che arriva addirittura chiaro e nitido alle orecchie della Nord, che non la prende bene e risponde per le rime.

Il momento migliore dei bernesi arriva nel secondo periodo con le due reti che, di fatto, indirizzano la partita in maniera decisa. Prima di quel momento, per essere onesti, la prova canora è stata assai sottotono, con diversi momenti di assoluto silenzio, o con l’onere del tifo attivo lasciato ai soliti 20/30 ragazzi. In ogni caso, grazie anche al risultato favorevole, “Szene Bern” e compagnia rimediano, per numeri e supporto complessivo, almeno la sufficienza. Viene confermato un ottimo impatto a livello di colore, con la maggior parte dei presenti in maglia rossa e le bandiere di buona fattura.

Diversi gli sfottò da parte delle due tifoserie, ma è risaputa la poca simpatia tra le opposte fazioni.

Una nota a margine merita un certo rilievo: la Lega Hockey ha ammonito il Lugano per i tanti lanci di oggetti in campo nelle ultime partite, promettendo sanzioni molto più pesanti in caso di recidiva. Grazie all’appello accorato della società nei giorni precedenti l’incontro ed alla voce dello speaker prima del match, sul ghiaccio non è volato praticamente nulla, nonostante la tentazione, per molti, fosse a tratti molto forte (leggasi decisioni arbitrali).

Ora per Lugano è dura. Giovedì la prova d’appello per non andare in vacanza, mentre Berna ha una chance d’oro per chiudere anzitempo il discorso e lanciarsi verso la conquista del secondo titolo di fila.

Stefano Severi.