Hajduk Split vs. HNK Rijeka 2:4, 10.374 spettatori

Sono poche le città nelle quali si respira calcio così forte come a Spalato. Passando per la costa della Dalmazia si possono vedere murales in ogni angolo ed in ogni paese, e anche il centro storico della città stessa si tinge di bianco-rosso-blu quando gioca l’Hajduk.

In una caldissima serata di Agosto si affrontano Hajduk Spalato e Rijeka, una partita sentita nonostante le città siano distanti circa 400 chilometri.

Il Derby Adriatico è sempre una partita che riserva spettacolo e lo si nota fin dal primo mattino: nelle vicinanze del porto di Spalato ci scappa perfino una maxi-rissa tra tifosi del Hajduk e dei ragazzi di Rijeka che erano arrivati presto e si erano installati in un bar. Noterò il personale del bar mentre ripulisce tutto il posto: alle 10 di mattina il clima sembra insomma già bello infuocato. Durante il resto della giornata poi, più niente, con la Polizia che sembra tenere sotto controllo la situazione.

Nello Stadio Poljud, una grande conchiglia con 34.000 posti, ci sono solo poco più di diecimila spettatori: un numero un po’ deludente, le tifoserie però non deludono affatto. Più semplicemente è venuta pochi semplici spettatori, gente che non c’entra con le tifoserie stesse: soprattutto la tribuna centrale offre un grande e desolante vuoto.

La Curva di casa inizia con qualche bellissimo battimani ai quali partecipa tutto il settore: nei paesi balcanici hanno una propensione diffusa da questo punto di vista, tanto che i battimani sono una sorta di loro marchio di fabbrica. Per il resto c’è poco da segnalare dal punto visivo, a parte i belli striscioni: più di tutti, vedere quello della “Torcida Split” appeso fa davvero una bella sensazione. Nel settore ci saranno cinque, sei bandiere grandi a sventolare, mentre pian piano il tifo conosce un fisiologico calo, specie in virtù del risultato in campo, dove la squadra locale perderà per 2-4: con gli ospiti nettamente superiori in campo, si evidenzierà che anche in curva a Spalato non ci sono solo macchine da tifo, come spesso sembra vedendoli tifare, ma esseri umani con anche qualche normale debolezza. 

Segnalo comunque la bella torciata effettuata sul finire della partita ed il risveglio della Curva di casa nell’ultimo quarto d’ora: un sussulto d’orgoglio motivato anche dalle provocazioni dei tifosi ospiti, che non smettevano più di sfotterli.

Quelli di Rijeka non sono particolarmente numerosi, saranno stati al massimo 500 circa, ma si presentano ugualmente molto carichi, con battimani che anche nel loro caso coinvolgono tutto il settore. Al 60° minuto accendono – come è loro tradizione – qualche torcia buttata poi in terra. Il loro tifo nello stadio semivuoto si sentirà abbastanza bene, soprattutto quando la loro squadra passa in vantaggio. Anche alla fine li si sente distintamente quando festeggiano a gran voce la sontuosa vittoria ottenuta, mentre la Curva di casa fischia la sua squadra.

Con i Bad Blue Boys della Dinamo Zagabria spariti per colpa della repressione e della contestazione attorno alla figura di Mamic, la partita tra Hajduk e Rijeka resta sicuramente la più bella da vedere in Croazia. Le tifoserie non hanno deluso, anche se non era poi quel grandissimo spettacolo a cui ha abituato la Torcida quando la loro squadra scende in campo nelle partite delle coppa europee: il campionato, anche qui come altrove, finisce per risentire in alcuni casi della solita routine.

Remo Zollinger.