In questo fine settimana in un primo momento avevo optato per una località lontana, avevo già adocchiato un paio di partitelle che facevano al caso mio, poi la logistica dei trasporti da una parte, il poco tempo che mi rimaneva per prenotare, mi hanno purtroppo fatto desistere. Così in poco tempo ho scelto di seguire l’andata di una delle sette finali dei play off d’Eccellenza nazionale: L’Aquila – Chisola.

È da diverso tempo che manco dal capoluogo abruzzese, sinceramente sono curioso di vedere come la tifoseria si è organizzata dopo il fallimento della squadra nel 2018 e la successiva ripartenza dalla Prima Categoria, dove un ruolo di primissimo piano l’ha avuto proprio la tifoseria rossoblù che si è accollata sulle spalle tutto il peso delle responsabilità gestionali. Questo rapporto prosegue ancora oggi e soprattutto sta dando i suoi frutti, calcolando che in pochissimi anni si è passati appunto dalla Prima Categoria ai Play off d’Eccellenza nazionale, rinsaldando quella sinergia tra i RED BLUE EAGLES e la propria città che c’è sempre stata, come tutti ricorderanno dopo il famoso terremoto del 2009, quando importante fu l’impegno del gruppo sul territorio e nel sociale.

Arrivato in terra d’Abruzzo è d’obbligo una visita all’area “Ultras d’Italia” dedicata a Maurane Fraty, fortemente voluta dagli ultras rossoblù e realizzata anche grazie alle donazioni di tanti gruppi della Penisola e non solo, i cui nomi sono impressi su una targa nei pressi del bel monumento commemorativo. Proseguendo il mio personale giro verso lo stadio, trovo i bellissimi murales degli aquilani che rendono ancora più accattivanti e personali i loro spazi, allargando la propria presenza cromatica fino alla porta d’ingresso in campo, quasi a sottolineare di essere parte fondamentale dell’Aquila Calcio.

Per questa importante partita si è cercato di richiamare più gente possibile al “Gran Sasso d’Italia – Italo Acconcia”, fissando il biglietto di Curva al simbolico prezzo di 1 euro e la tribuna a 15. Il cuore del tifo di casa è sold out, come riporta un avviso al botteghino, ma anche la tribuna presenta un bel colpo d’occhio. L’altra tribuna è chiusa al pubblico, il settore ospiti è invece completamente vuoto, riempito con tanti striscioni degli sponsor. I tifosi del Chisola comunque ci sono, ma vengono dirottati in un angolo di tribuna dato anche il basso numero, stimabile in circa una trentina/quarantina di unità.

Prima del fischio d’inizio la Curva si fa bella esponendo una coreografia fatta di vari cartoncini a ricoprire in maniera quasi maniacale tutto il settore. Persino le vetrate in basso vengono coperte con degli striscioni neri, così come i boccaporti d’accesso ai gradoni, per non lasciare nessun vuoto cromatico. In vetrata viene attaccato lo striscione: “L’AQUILA 1927 APPARTIENE A NOI”. Una verità sacrosanta non solo idealmente ma anche nei fatti, dato l’impegno diretto della tifoseria nella società.

In tribuna anche il FRONTE AQUILANO organizza una coreografia sventolando diverse bandierine rossoblù. Poco distanti da loro, i tifosi del Chisola sventolano un bandierone con impresso il logo della società, ma sono tutti semplici tifosi e si limiteranno a guardare la partita seduti, senza nessuna forma di tifo, attirando l’attenzione solo per le esultanze ai gol e per lo sventolio del bandierone in alcuni momenti topici.

Gli ultras aquilani si compattano a centro Curva e si fanno notare per per delle magliette nere che fanno molto colpo d’occhio. Nel primo tempo il tifo è di alto livello, cantano tutti all’unisono sfornando una prestazione maiuscola, benché gli ospiti dopo appena quattordici minuti siano già sorprendentemente in vantaggio. Gli ultras aquilani non sembrano mollare e si prodigano con un tifo da categoria superiore, effettuando una moltitudine incessante di battimani ad accompagnare i cori, mentre nella parte inferiore, più precisamente agli estremi, sventolano continuamente due bandieroni, così come nella parte alta, al centro, sventola il bandierone griffato R.B.E.

Gli ultras rossoblù sfornano tutto il proprio repertorio non solo canoro ma anche coreografico, infatti alla mezz’ora sventolano diverse bandierine nero-rosso-blu con lo stemma dell’Aquila Calcio e la scritta: “LA SQUADRA DELLA GENTE”. Il coro “tutti abbracciati”, ad ondulare, crea un bell’impatto visivo. Nella seconda frazione sinceramente noto meno tifosi a sostenere la squadra, un po’ perché notoriamente le pause degli ultras durano sempre qualche minuto in più dei canonici quindici, ma l’impressione è che collateralmente in tanti smettano di tifare o tifino solo nei momenti concitati della partita. Se poi ci mettiamo che dopo meno di venti minuti il Chisola raddoppia, il resto è presto detto. Non si può imputare nulla a chi resta sui gradoni ad incitare ancora la squadra nonostante il doppio svantaggio, il caldo, lo scoramento per una promozione che lentamente scivola via. Chi rimane ci mette il cuore e segue il lanciacori senza esitazioni fino alla fine.

Al triplice fischio la squadra va a salutare ugualmente la propria tifoseria che, pur masticando amaro, dedica un paio di cori d’incitamento invitando a non mollare in vista della gara di ritorno in Piemonte, pur consapevoli che l’impresa è di quelle ardue. Dalla parte opposta i giocatori del Chisola festeggiano l’inaspettata vittoria con i propri tifosi che, per l’occasione, scendono nella parte bassa della tribuna per congratularsi da vicino con i propri beniamini. Tra sette giorni ci sarà la partita di ritorno a Vinovo e chissà che questa sfida non riservi delle nuove sorprese…

Marco Gasparri