Una delle “istituzioni” più inutili, ipocrite e liberticide che ruotano attorno al calcio e ai suoi tifosi è senza dubbio l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive. Un organo che da ormai oltre dieci anni scandisce il ritmo domenicale degli sportivi italiani con i suoi divieti, le sue restrizioni e le sue scelte spesso folli o a dir poco ridicole.

Di certo in un Paese normale non ci aspetterebbe mai che una propaggine del Ministero degli Interni non attenda altro che prendere come oro colato un comunicato ultras per emanare divieti e limitare la libertà di movimento a centinaia di cittadini italiani soltanto perché tifosi di calcio.

Così come una Questura che ha sulle spalle diversi anni di Serie B, decine di campionati professionistici e opera in uno dei capoluoghi di provincia più grandi del Centro Italia non dovrebbe mai sfregarsi le mani e imporre prepotentemente i propri diktat proibizionisti.

Latina-Avellino è stata solo l’ennesima pagliacciata – a livello di gestione dell’ordine pubblico – andata in onda nella nostra amata Penisola. Non fossero bastati i biglietti nominativi (pratica non usuale nel dilettantismo) sono sopraggiunte anche diverse prescrizioni per la vendita degli stessi, acquistabili solo dai residenti nella provincia di Latina per i supporter nerazzurri e in quella di Avellino per gli ospiti.

Con la postilla finale sul viaggio dei tifosi campani: esclusivamente in pullman. Come ormai succede in molte delle gare più sentite. Una sorta di deportazione autorizzata, in cui spesso e volentieri gli occupanti dei torpedoni debbono rinunciare anche alle soste in autogrill per rispettare gli orari imposti dalle autorità (in)competenti.

Risultato finale? Pochissimi paganti, stadio militarizzato (ovviamente a spese del contribuente), spettatori trattati al pari di pericolosi criminali su ambo i fronti e terrorismo mediatico propagato sapientemente nei giorni precedenti, con il primo cittadino latinense che ha ben pensato di disporre la chiusura della maggior parte dei settori, lasciando di fatto accessibili solo la Curva Nord e la Tribuna Laterale.

La ciliegina sulla torta – nessuno me ne voglia – l’ha messa il Latina Calcio, imponendo agli avellinesi 22 Euro di biglietto (a fronte dei 10 chiesti a tutte le altre tifoserie del girone, compresa la prestigiosa amichevole con la Roma dell’estate scorsa, e dei 10 pagati dai suoi tifosi al Partenio). Un prezzo a dir poco spropositato se si pensa che un settore ospiti in Serie B costa mediamente 12-15 Euro e persino in alcuni stadi di Serie A il prezzo è rimasto fisso a 20, almeno per le gare di seconda fascia.

Fatte queste dovute premesse possiamo passare al “campo”. Con i pontini ormai fuori da ogni gioco e l’Avellino obbligato a vincere per conquistare almeno lo spareggio contro il sorprendente Lanusei, la sfida di oggi è una delle classiche partite in cui la squadra che non ha più nulla da perdere si prefigge l’obiettivo di fare lo sgambetto agli avversari e dare l’ultima soddisfazione a una tifoseria che quest’anno ha dovuto vivere la seconda stagione anonima e senza mordente.

Il contingente irpino fa il suo ingresso al Francioni quando la partita è iniziata da qualche minuto, mentre la Nord si popola con un bel colpo d’occhio, almeno per quanto riguarda lo zoccolo duro del tifo organizzato. Gli ultras laziali si metteranno in mostra con una buona compattezza.

La rivalità fra le due tifoserie si è acuita negli ultimi mesi, in seguito alle ormai note vicende accadute a inizio aprile, prima e dopo le rispettive trasferte di Budoni e Castiadas, allorquando le due fazioni si erano trovate spalla a spalla sulla strada da/per la Sardegna.

Il confronto canoro è di buon livello su ambo i fronti, con l’intensità dei cori che si mantiene elevata per tutti i 90′. Offese e striscioni di scherno vengono esposti sia tra le fila biancoverdi che tra quelle nerazzurre, mentre molto belle e sentite sono le esultanze irpine ai due gol che decretano il successo dell’Avellino.

Nel finale il pathos è tutto tra gli ospiti che nel giro di pochi minuti vedono prima la Serie C a pochi centimetri, grazie al concomitante pareggio del Lanusei contro la Lupa Roma, per poi ritornare nel baratro dello spareggio di seguito al gol con cui i sardi espugnano in pieno recupero Rocca Priora.

Ci sono comunque applausi su ambo i fronti, con i campani che ora dedicheranno testa e cuore all’ultimo atto di questo campionato, mentre i pontini sperano in una stagione che rilanci le loro aspettative, riportando il sodalizio nerazzurro tra i professionisti.

Simone Meloni