Guardo e riguardo la gente della Gradinata. Al Francioni. In piedi, scomposti, fuori posto, sulle scale d’emergenza e rumorosi. Mi chiedo: e se li vedesse Gabrielli, cosa gli farebbe? Mi rispondo, allora, che senza questo modo di vivere il calcio, da queste parti, come in quasi tutti gli stadi di provincia, nessuno metterebbe più piede sulle gradinate. La gente di Latina, come quella di tante altre realtà non metropolitane, si diverte, si incazza e sbraita sugli spalti. In qualsiasi settore. Bestemmia e dice parolacce. Ma cosa c’è di male? Nulla, rispondo io. Non c’è niente di immorale nel seguire una partita in piedi e, perché no, dileggiare arbitro e avversari con qualche “nobile” turpiloquio. Ha sempre fatto parte della nostra cultura calcistica e, per certo, mai nessuno una volta uscito dallo stadio si è sognato di mettere in pratica quanto fuoriuscito poco prima dalla propria bocca.
Ormai che anche tra la Serie B e la massima categoria ci sia, sotto tanti punti di vista, un abisso di differenza, è cosa palese. E non solo calcisticamente, ma anche e soprattutto a livello di ambiente negli stadi. Troppo impegnata, la Serie A, a imitare modelli improbabili, con la desertificazione e lo svuotamento sistematico degli stadi che, a far da contraltare alle chiacchiere da cialtroni di alcuni simpatici gestori, bussano alla porta chiedendo sempre più il conto di un ventennio trascorso a distruggere selvaggiamente il pallone ad alti livelli. È anche per questo che apprezzo sempre più seguire partite di Serie B, rispetto a quelli che sovente si presentano più come spettacoli di plastica che come gare avvincenti in campo e sulle gradinate.
Oggi in Agro Pontino arriva il Crotone, sorprendente capolista del campionato. È una prova importante per i nerazzurri, che vengono da un periodo tutt’altro che roseo e vedono sempre più avvicinarsi la zona rossa della classifica. Il club di Piazzale Prampolini ha cambiato allenatore in corsa, sostituendo all’ex juventino Iuliano, il latinense doc Mario Somma. Scelta che però, sinora, non ha portato grandi benefici.
La Curva Nord probabilmente, si ritrova costretta ad affrontare uno dei periodo più neri degli ultimi anni. Ad aggiungersi alle diffide racimolate in questi anni di Serie B, sono infatti arrivate quelle legate ai fatti pre Latina-Livorno. Un giro di vite della questura locale che non ha però scoraggiato gli ultras, i quali si presentano ai nastri di partenza come sempre nel blocco centrale, con uno striscione che festeggia gli 83 anni dalla fondazione della città. Anniversario che viene onorato anche dal gruppo in Gradinata, che colora il proprio settore con diverse bandierine. Su fronte ospiti, i presenti si attestano sulle 150 unità che si compattano dietro le classiche pezze della Curva Sud.
Come sempre gli ultras di casa fanno gruppo nella zona centrale e tifano per tutta la gara, alternando cori a rispondere a manate che precedono bei boati. L’unico neo, come sempre, è rappresentato dall’aspetto numerico, anche se va dato loro atto di aver ricompattato lo zoccolo ultras, riuscendo a dare un’idea di tifo molto più unitaria e bella da vedere. Bandieroni sistemati stlisticamente ai lati e una sciarpata nel secondo tempo, colorano la Nord. L’esultanza finale, al pareggio in extremis di Acosty, è ovviamente l’apoteosi per i supporter pontini che già intravedevano l’ennesima sconfitta.
Anche il settore ospiti riserva una buona prestazione, contribuendo a rendere la gara piacevole in campo come sugli spalti. Gli ultras pitagorici ci mettono voce e intensità per tutta la gara, oltre a sventolare sempre le proprie bandiere e a proporre una sciarpata nei primi 45′. Si illudono quando il Crotone, in superiorità numerica, riesce a rimontare gli avversari, cedendo però nel finale. Forse, anche da parte loro, visto il primato in classifica, ci si poteva aspettare qualcosa in più sotto l’aspetto quantitativo, ma onestamente, come dico sempre, questi sono discorsi che nel 2015 lasciano il tempo che trovano, considerata soprattutto la pochezza vocale che si viene a creare, spesso, quando si affrontano trasferte di massa.
Riprendo gli ultimi istanti delle squadre sotto le rispettive curve e poi, anche per me, è tempo di andare verso la stazione degli autobus per tornare a Roma. Con il Natale che si sta avvicinando, dirò pure una cosa scontata e banale, ma il regalo più bello sarebbe rivivere un’aria di normalità e festa in tutti gli stadi d’Italia. Dalla Serie A alla Terza Categoria: senza barriere, abusi e inutili repressioni.
Simone Meloni.