L’avere una squadra di Serie B che gioca a pochi chilometri da casa è un qualcosa che può tornare sempre utile. Il colpo di coda della stagione, seppure lasciando emergere i primi segni di stanchezza mentale e fisica del qui presente “partitellaro”, mi dà quello sprint per presenziare a tutti gli eventi, ove sia possibile.

Posticipo di lunedì Latina-Siena? Perché non andare. Il postulato che ormai seguo da qualche anno a questa parte è solamente uno: tutto (o quasi) purché ci siano gli ospiti. Mi informo e scopro che i Vecchi Ultras del Siena presenzieranno regolarmente al Francioni.

Organizzarsi non è un grande problema, vista la vicinanza ed i brevi tempi di percorrenza. La partita è peraltro in programma alle 21, e questo mi permette di non dovermi scapicollare per raggiungere casa dal lavoro, prendendo in seguito la macchina. Lascio Roma quando sono le 18:30. Non c’è, stranamente, traffico sul Raccordo né, tanto meno, sulla Pontina, nonostante l’orario di punta. Così i vari centri-dormitorio passano alquanto velocemente dopo Tor de’ Cenci e, in poco più di un’ora, eccomi nel capoluogo pontino. Il grande grattacielo che sovrasta la città funge da bussola e, una volta arrivato all’autostazione, lo stadio è praticamente ad un passo.

Come in occasione dell’incontro con il Trapani, usufruisco di un ottimo parcheggio proprio vicino alla tribuna stampa, un po’ invischiato nei prati, ma gratuito e senza rischio rimozione. Ritiro velocemente l’accredito ma, prima di entrare, mi concedo il solito giro attorno allo stadio. Fuori al settore ospiti sono presenti alcuni Transit con i Senesi che stanno attendendo di entrare, mentre fuori la Nord c’è la classica coda causata dall’inefficienza e petulanza di filtraggi e tornelli. Un sistema ridicolo, che continua a fare acqua da tutte le parti, oltre a creare inutili disagi, ma che nessuno pensa a modificare. Ritengo, in particolar modo, inutile il filtraggio: se ci sono i tornelli che si aprono con il biglietto, a cosa serve? Oltretutto, quasi sempre è eseguito, fortunatamente, in maniera sommaria e facilmente eludibile. Bah, misteri del calcio post-moderno.

Mezz’ora prima del fischio d’inizio decido di entrare, anche per evitare la fila che lentamente si sta accalcando anche davanti alla tribuna. Supero, non senza qualche fastidio epidermico, il tornello con relativo controllo del biglietto, e sono dentro. Lo stadio presenta, come di consueto in quest’annata, il tutto esaurito, mentre alla mia destra, nel settore ospiti, sono all’incirca ottanta i tifosi che hanno seguito la compagine toscana.

È una giornata speciale per la Curva Nord, che ricorda Carlo, ultras del Latina scomparso dieci anni fa. I genitori del ragazzo sfilano sotto la curva che li omaggia con un lungo applauso. Al netto di ciò che abbiamo letto nelle ultime settimane, ultras è anche e soprattutto questo. L’eterno ricordo dell’amico con cui hai diviso trasferte, gioie e delusioni. Storie di vita che si intrecciano e che ricadono perfettamente nel lato umano e passionale di questo mondo.

La gara può iniziare. Per far capire il livello di repressione che serpeggia a queste latitudini, basti pensare che in tutto lo stadio non vi è una sola torcia ed anche di striscioni se ne vedono davvero pochi.

La Nord parte bene, con il solito coro a rispondere e bei battimani a sostegno della squadra che, prima di questa partita, è in piena lotta per il secondo posto utile alla promozione diretta in massima divisione. Ma stasera non è aria per i nerazzurri, e ciò lo si intuisce sin dalle prime battute, con i bianconeri che partono all’arrembaggio, stazionando con una certa continuità nell’area avversaria.

Il settore ospiti si compatta tifando con buona regolarità e facendo sfoggio di tre bandieroni, che saranno sventolati per tutta la durata dell’incontro. Gli ultras senesi fanno il loro dovere non sfigurando. Battimani, cori tenuti abbastanza a lungo ed una bella sciarpata nella ripresa. In balaustra campeggiano le pezze di Vecchi Ultras, L.S.B., ed alcune di club bianconeri, mentre nella parte inferiore del settore fa capolino una vecchia pezzetta degli U.F.S.

In campo il Siena passa presto in vantaggio con una bella inzuccata di Giacomazzi. La rete ospite sprona l’ambiente, che tenta di caricare una squadra oggi apparentemente assente e priva di idee. Tuttavia la solfa non cambia e, nella ripresa, i Toscani riescono anche a trovare il secondo gol, con Rosina, ed il terzo con Ruiz.

Il Francioni comprende che una giornata storta può capitare, soprattutto se paragonata ad un campionato superbo, in cui i Pontini hanno raggiunto una salvezza più che tranquilla, arrivando persino a contrastare le prime della classe. Così la Nord mette in scena un secondo tempo di tutto rispetto, fatto di sciarpate e manate, condite persino dall’accensione di un paio di torce e qualche fumogeno blu, prontamente lanciati sulla pista d’atletica.

Finisce, pertanto, con gli applausi dei tifosi di casa ed i giocatori ospiti che vanno a raccogliere il meritato abbraccio del proprio pubblico. Io scatto le ultime foto, rimanendo ancora un po’ all’interno dello stadio, mentre il resto del pubblico sfolla velocemente. Questo mio temporeggiare per poco non mi costa caro: infatti, quando mi avvio verso le uscite, trovo tutto sbarrato. Dopo un paio di giri a vuoto, adocchio forse l’ultima porticina lasciata ancora aperta e riesco a raggiungere la macchina per fare ritorno a casa. Sarebbe stato curioso non riuscire ad uscire per tutta la notte, pensandoci bene questa ancora mi manca. Ma per stasera preferisco andarmene a Roma, percorrendo a ritroso una Pontina ormai deserta e persino suggestiva quando, nei pressi di Pomezia, le luci si spengono completamente. Anche questa è Italia, qualora l’avessi dimenticato.

Simone Meloni.