Lazio e Cremonese tornano ad affrontarsi dopo ben venticinque anni. Tanto è passato dall’ultima volta in cui i lombardi hanno disputato il campionato di massima divisione.

Abbiamo sottolineato svariate volte come l’attuale formula della Coppa Italia sia la sua vera e propria condanna a morte. Sebbene da un paio di anni si sia cercato di rivederla, optando per il sorteggio del campo su cui disputare la sfida (almeno fino ai quarti) la kermesse continua ad avere uno scarso appeal e, soprattutto, nella maggior parte dei casi la squadra più debole continua a giocare in casa. Chissà quando i cervelloni della Lega capiranno che l’unica soluzione per ridare prestigio a questa coppa è quella di far disputare i match in casa del sodalizio sfavorito gettando nella mischia le squadre di Serie A sin dai primi turni.

Non ci vuole una scienza per immaginare che tale scelta comporterebbe stadi quasi sempre pieni oltre che un maggiore interesse generale, probabilmente anche in termini televisivi (programmando tutte le partite alla sera e non in orari improbabile come le 14 o le 18). Ma siamo un Paese troppo corporativo per comprenderlo. Ovviamente in questo caso le “corporazioni” da difendere sono le grandi società, che giocoforza devono spartirsi la torta.

All’ombra del Torrazzo sono 609 i tagliandi staccati. Un numero ottimo se si pensa anche all’orario in cui il calcio d’inizio è stato fissato (ore 18). I lombardi entrano alla spicciolata e solo al 10′ nel settore ospiti dell’Olimpico sono presenti tutte le loro pezze, ivi comprese quelle dei gemellati reggiani e vicentini. Evidentemente come sempre l’asfissiante servizio d’ordine capitolino ci ha messo del suo, nonostante non si tratti neanche di una gara a rischio. Il contingente grigiorosso si compatta offrendo una gran bella prestazione, malgrado il netto risultato (4-0) con cui la Lazio sovrasta la loro squadra.

Anche la Nord va riempiendosi con il passare del tempo, ma in questo caso appare chiaro come le motivazioni siano altre: in molti fino alle 18 lavorano. Ma questo chi opta per certi orari non può saperlo non avendo mai lavorato in vita propria.

Diversi i cori ostili tra le due tifoserie che dimostrano di non amarsi particolarmente.

Simone Meloni