Un tempo Roma era una meta ambita, del resto geograficamente è alla portata sia che si provenga dal profondo nord sia che si provenga dal tacco della penisola. Da non trascurare neppure l’atmosfera dello stadio Olimpico davanti ad una delle due tifoserie della Capitale: ben impressionare in alcune circostanze è un dovere dal quale è difficile sottrarsi. È pur vero, però, che nelle ultime stagioni anche Roma ha visto un calo di presenze di ospiti. In alcune circostanze ci siamo trovati davanti ad un risicato manipolo di persone, segno probabilmente che esiste una difficoltà nel viaggiare, o che negli anni si è persa quell’abitudine al sacrificio, ci siamo in pratica disabituati a macinare chilometri anche se questo significa presenziare in uno tra gli stadi più belli d’Italia e con davanti una tifoseria dalla tradizione indubbia. Tra le cause di questa moria non si può trascurare la televisione, ormai in più di una circostanza nei settori ospiti vediamo gli ultras e poco altro, e se anche le curve hanno assottigliato i propri seguaci, per quanto riguarda club e semplici appassionati, sembra che specialmente in trasferta ci sia una profonda crisi di numeri.

In questo pomeriggio i doriani che si presentano nella capitale sono circa trecento, per la maggior parte ultras o comunque accaniti tifosi, mentre sull’altro versante i laziali se proprio non gremiscono lo stadio, complici magari i risultati della squadra, accorrono con buoni numeri per una partita che sulla carta non sembra impossibile.

Ed il buon momento della tifoseria biancazzurra è palpabile visto che la Curva Nord, nella sua parte inferiore, spinge continuamente la squadra e non fa mancare il sostegno vocale. Poi ci sono i dettagli che confermano la bontà del momento della tifoseria, un paio di sciarpate risultano particolarmente fitte, segno di un’ottima partecipazione ed anche i bandieroni sventolano senza tregua fornendo un buon colpo d’occhio.

Doriani che in uno stadio molto partecipativo si fanno sentire e vedere, nonostante il risultato non sorrida e non sia mai in discussione, la Gradinata Sud formato trasferta offre una prova particolarmente gagliarda, tifando per tutti i novanta minuti ed offrendo costantemente il colore delle proprie bandiere. Di più era difficile mettere in campo.

Sul finale di gara vola qualche offesa, più per un senso di retorica che per una reale e forte antipatia. Le tradizioni, del resto, vanno mantenute.

Foto di Alberto Cornalba