Due città simili, due tifoserie che si sono odiate, amate, odiate, riavvicinate ed infine definitivamente odiate. Un mix di sensazioni, di rapporti che si logorano per l’amore vero mai sbocciato, perché forse le città di mare sono così, ostiche il giusto, fiere del loro essere, mai banali.

Livornesi e spezzini hanno condiviso tanta serie C negli anni ’80-’90 quando era tutto un altro calcio, ma del resto in questi trent’anni cosa è rimasto uguale?

A volte mi soffermo sulla questione del cambiamento delle nostre gradinate, sulla commercializzazione del tifo, sul nodo irrisolto del calcio moderno o del neo calcio che dir si voglia. Sempre a fare paragoni con i mitici anni ’80, con le trasferte senza scorta o al massimo due volanti e sei poliziotti, di torce e fumogeni accesi senza sosta, degli striscioni irriverenti, offensivi o a volte macabri che venivano esposti, delle celtiche, delle svastiche, delle bandiere rosse attaccate sopra gli striscioni. Tutto cambia, muta, si trasforma ed evidentemente se così è stato per il calcio giocato, parimenti lo è per quanto concerne quello che ci gira intorno, il tifo, lo stadio, la curva. Poi sta a noi decidere se il cambiamento ha generato un progresso, ma sta sempre a noi fare un’analisi attenta e critica su ciò che gli ultras hanno sbagliato o sottovalutato. Dare sempre la colpa al sistema, ai poteri forti, agli “altri” è un’attività che genera qualunquismo; valutare attentamente gli sviluppi è quanto di più corretto si possa fare per analizzare un problema che ai giorni nostri è sotto l’occhio di tutti. La divisione delle curve a Roma è l’ultima goccia che riempie il vaso…

Detto questo, torno al rapporto spezzini-livornesi: negli anni del tutti contro tutti, era evidente che le due tifoserie fossero apertamente nemiche, poi ci fu un avvicinamento dopo anni di scontri anche cruenti. Le due tifoserie si persero un po’ tra le diverse categorie ed il rapporto non fu portato avanti né da una parte né dall’altra. Agli inizi degli anni ’90 ci fu un ravvicinamento, qualche contatto riprese malgrado frange delle due tifoserie fossero non proprio interessate a riallacciare i rapporti. Le BAL tagliarono la testa al toro: il loro ingresso nel tifo amaranto scompaginò alcune certezze e ne propose altre, perciò il rapporto con la tifoseria spezzina venne irrimediabilmente interrotto e che non ci poté essere più feeling fu chiaro sia da una parte che dall’altra.

Oggi la calata degli spezzini in terra toscana è segnata con pennarello rosso: i numeri degli ospiti sono come sempre consistenti, si viaggia oltre le mille unità, perciò immagino un piano di sicurezza degno di tale incontro. Rimango un po’ stupito perché nei punti chiave nei dintorni dello stadio vedo poca polizia: un bel plotone attende il treno degli ospiti alla stazione di Livorno, per il resto sembra che si giochi una partita quasi “normale”.

Gli spezzini confermano i numeri interessanti che si prefiguravano: più di mille persone affollano il settore ospiti dell’Armando Picchi di Livorno e con questo potenziale è lecito attendersi una prestazione maiuscola.

Anche il pubblico locale non fa mancare il proprio apporto, la Curva Nord è esaurita ed anche la gradinata in questo pomeriggio offre un bel colpo d’occhio. Alla fine lo stadio presenta più dei diecimila spettatori che ci si attendeva, una bella cornice di pubblico per una sfida sentita da entrambi gli schieramenti. A conferma di ciò, i primi cori che vengono intonati dagli ospiti sono naturalmente quelli offensivi, prima verso la città di Livorno, poi verso tutta la Toscana. E’ risaputo che la tifoseria spezzina ha ben pochi estimatori in queste terre, gli anni trascorsi in serie C hanno fatto nascere alcune rivalità che si sono tramutate in derby, alcune anche parecchio sentite: Carrara, Livorno e Pisa sono le rivalità che vanno per la maggiore in questa regione, ma in definitiva anche le altre tifoserie sono davvero poco amate dai liguri.

Mentre gli ospiti continuano a fare il loro ingresso sulle gradinate, la curva di casa si cimenta in una coreografia con rotoli di carta lanciati sulla pista di atletica, accompagnati dai consueti bandieroni: spettacolo riuscito piuttosto bene.

La partita ha inizio e le due tifoserie provano a sfidarsi a colpi di cori: entrambe sembrano avere un po’ il freno tirato, alternano ottimi cori ad altri cantati solo da una minoranza, evidentemente i classici occasionali si fanno sentire; gli spezzini hanno la difficoltà di coordinare un bel numero di persone per di più lontano dalle mura amiche, i padroni di casa si possono fregiare di avere una curva piena, ma evidentemente lo zoccolo duro è poco spalleggiato dal resto del settore.

Qualche battimano degli ospiti è ben fatto, a livello di colore si fanno notare per alcune bandiere ed un paio di bandiere a due aste, non manca qualche pezza fatta per l’occasione che sbeffeggia gli amaranto, ma nel complesso il tifo bianconero viaggia tra alti e bassi, con qualche bel boato alternato a cori che segue solo lo spicchio centrale.

La Curva Nord a livello estetico non lascia nulla al caso, un bel muro di persone e bandiere spesso alzate. Anche in questo caso, visti i numeri a disposizione, era lecito attendersi qualcosa di più, gli ultras cantano e si fanno vedere ininterrottamente per tutta la partita, ma il restante settore generalmente latita.

Entrambe le tifoserie offrono il meglio dopo la marcatura della rete, segno che il potenziale sarebbe più che buono ma evidentemente viene sfruttato non proprio in pieno. Se gli spezzini chiudono la prima frazione in crescendo, gli amaranto accompagnano la squadra negli spogliatoi a colpi di cori, poi, quando a segnare è il Livorno, la Curva Nord ha qualche minuto di vera euforia con tutto il settore che spinge la squadra alla ricerca dei tre punti.

Sul filo di lana è lo Spezia a siglare il gol della vittoria e a far esplodere di gioia i suoi ultras, che continuano la festa ben oltre il novantesimo minuto. Bella la risposta dei padroni di casa che, nonostante la sconfitta, applaudono la squadra per l’impegno mostrato.

Da segnalare, infine, lo striscione esposto dai padroni di casa proprio sul finire della gara che ricorda l’omicidio di Aldrovandi, una pagina nera della nostra “democrazia” che troppe persone vorrebbero chiudere il più velocemente possibile. I genitori di Federico la pensano in maniera opposta e anche gran parte delle tifoserie organizzate è al fianco della famiglia per portare a galla una verità che ancora non è stata scritta.

Valerio Poli.