Prima di raccontare gli aspetti più interessanti del libro, come di consuetudine ci soffermiamo su alcuni dettagli: edito da Limina, a cura di Filippo Trotta con la prefazione di Gianni Mura, 222 pagine, copertina flessibile; 12,75 € su La Feltrinelli, EAN 9788860410979.

Una raccolta di testi di Alfonso Gatto a cavallo degli anni ‘70, che riescono, attraverso una lettura metaforica, a raccontare il Calcio con ogni suo particolare, con un continuo rimando non troppo implicito dei vizi e delle virtus del Bel Paese.

Alfonso Gatto traccia la figura dell’eroe epico-etico, che si racchiude con forza in tre personaggi in particolare: primo tra tutti, Fulvio Bernardini, che, grazie ai suoi insegnamenti da Ct degli azzurri, getterà le basi per la Nazionale che brillerà al Mondiale del 78 in Argentina. Subirà critiche, calunnie, sarà indagato e poi assolto a Bologna nel ‘63 quando fu accusato di aver somministrato sostanze proibite ai propri giocatori. Gatto gli dedica una lettera di forte empatia, dove rimarca le profonde qualità umane di Bernardini che, grazie al fanatismo e all’onestà del lavoro, è riuscito ad uscire pulito da qualsiasi falsa accusa.

Alfonso Gatto si rivede nella figura di Gianni Rivera. La classe de l’ “Abatino”, come fu soprannominato da alcuni, pura e cristallina, attaccata dal pubblico e dalla stampa che la dipinge come manierismo esagerato. L’eroe epico-etico, in questo caso risiede nel numero 10 rossonero perché capace di perseguire il proprio talento, a dispetto della diffidenza dell’ambiente che gli si scatena contro; la condizione che vive il Poeta nel suo Mondo.

Infine la figura di Nereo Rocco. Per chi leggerà questa raccolta, sembrerà un controsenso, perché il Paron è il padre del Catenaccio, sistema di gioco visto da Alfonso Gatto come un sistema che raffigura l’arte (tutta italiana) di cavarsela sempre a buon mercato, arrangiandosi in maniera cinica e scaltra. Tuttavia, Nereo Rocco incarna l’eroe epico-etico riuscendo ad attuare un compromesso storico tra la sua concezione difensiva, la linea Maginot e la libertà nella fase offensiva lasciata al Poeta Rivera. Soprattutto, riuscendo nel corso della sua carriera a non rimanere mai sugli allori del passato, rimettendosi in gioco con la sua saggezza e quell’entusiasmo che riesce a tenere vivo quando insegna ai giovani: per esempio quando ritornerà a Milano con la sua giovane Fiorentina, come viene raccontato nel capitolo Il genio del luogo.

In questa raccolta, gradualmente, ritroviamo l’idea, secondo Gatto, che i valori etici nei palcoscenici di Serie A si stiano ormai perdendo, per colpa di una corruzione che si è ormai diffusa a macchia d’olio. Dove ritrovare dunque questi valori perduti? Il Poeta salernitano ci da la sua risposta: nella Provincia del Calcio. Sarà un viaggio attraverso lo Stivale. Si parte dal quadrilatero del Calcio, Novara, Casale, Alessandria e Pro Vercelli. Fino a scendere nel Sud: qui il viaggio arriverà ad avere una forte impronta introspettiva; i campionati dell’amata Serie C, quelli in cui gioca la squadra della sua città, la Salernitana. Parlare di Salernitana significa parlare della sua Polis, ossia Salerno, affondando a passi sostenuti nella sua memoria di Poeta.

La palla al balzo testimonia come Gatto sia riuscito attraverso la letteratura a raccontare il Calcio senza perdere di vista la contemporaneità delle vicende dei vari campionati descritti; andando, però, oltre la cronaca semplicistica del match; dando costrutto alla propria critica dello status del Calcio Italiano come specchio della società; infine, delineando un viaggio che parte dalle radici del Calcio e poi vi ritorna. In questo quadro, la Provincia diviene un’assoluta protagonista.

Gian Luca Sapere.