Con la disputa della finale scudetto in questa domenica che cade nel giorno della festa della Repubblica, siamo all’epilogo della stagione di D. La scelta dello stadio è ricaduta sul “Renato Curi” di Perugia, forse sovradimensionato per l’evento ma Lega e questure non hanno voluto correre rischio alcuno.

Le squadre che arrivano a questa finale sono Lecco, assoluta dominatrice del girone A che in semifinale ha battuto il blasonato Cesena, e l’Avellino, che in questo finale di stagione sta vivendo un brillante periodo di forma avendo vinto le ultime quindici partite di fila.

Arrivando molto presto nei pressi dello stadio ho modo di vedere al suo esterno anche uno striscione della tifoseria locale, che invita al corteo di domenica prossima per i 114 anni del Perugia Calcio. Entrato sul terreno di gioco, trovo gli ultras lecchesi in circa un centinaio di unità a cui è stata riservata la grande gradinata, mentre gli irpini prendono posto nel settore ospiti e sono oltre trecento, arrivati praticamente tutti con mezzi privati per questo ultimo impegno stagionale.

Con l’entrata in campo delle squadre, i lombardi colorano il settore sventolando un paio di bandieroni e diverse bandierine oltre ad accendere una torcia; i bianco verdi invece sono un po’ meno colorati ma compenseranno con dei notevoli battimani.

Nella prima frazione le due tifoserie non si risparmiano, nonostante il caldo che comincia a far capolino in questa strana primavera. In questa stagione ho avuto modo di vedere più volte all’opera la tifoseria avellinese che anche oggi non mi delude, sfoderando una prestazione senza sbavature. Per quanto riguarda la tifoseria bluceleste, discreta prestazione anche da parte loro, non risparmiandosi né nei cori né per il colore.

Dopo la pausa tra i due tempi, la gara offre due emozioni molto ravvicinate, dapprima con il gol di Capogna per i blucelesti al cinquantacinquesimo e quattro minuti più tardi con il pareggio di Morero, salutato dal boato della tifoseria irpina. Anche in questa seconda parte di gara, buon numero di battimani ad accompagnare i cori in entrambi i settori, poi alla mezzora gli ultras del Lecco effettuano una bella sciarpata, irrobustita dal colore di bandierine, stendardi, bandiere di taglia maggiore suggellando il tutto con una torcia.

Impressionante, sul fronte avellinese, il gran numero di battimani eseguiti. Sul finale di gara rendono omaggio ad un ultras bolognese recentemente scomparso, esponendo lo striscione: “CIAO ZACCHI”.

Nel frattempo la partita termina in parità e l’emozionate coda finale prevede che invece dei supplementari si battano direttamente i calci di rigore: il Lecco si presenta quattro volte dal dischetto e per ben quattro volte incredibilmente sbaglia (due pali, uno parato e l’ultimo tirato alto). Così all’Avellino basta tirarne tre e segnarne due per alzare la Coppa come vincitrice dello scudetto 2018-2019, sei anni dopo l’Ischia, ultima squadra campana a conquistare il massimo titolo dilettantistico: sicuramente il modo migliore di ripartire dopo il clamoroso fallimento della scorsa stagione.

Marco Gasparri