Agosto ci ha salutati ma su quel ramo del Lago di Como di manzoniana memoria, questo inizio di settembre è non meno torrido. Al Rigamonti-Ceppi di Lecco, storico impianto a metà via tra le acque del Lario ed il celeberrimo Resegone, monte che domina imperioso la città, i locali esordiscono tra le mura amiche ospitando i biancorossi del Monza, patria dell’altrettanto celeberrima Monaca.

Ma i rimandi letterari finiscono qui e di certo oggi è una chimera contemplare “quel cielo di Lombardia, così bello quand’è bello, così splendido, così in pace”: la cappa di afa è così densa che, appunto, è impossibile perfino osservare le cime ineguali della montagna.

Potrebbe essere proprio il gran caldo uno dei motivi del tracollo a cui andranno incontro i blucelesti, che, al termine di un’estate travagliatissima sul fronte societario, schierano una formazione messa insieme all’ultimo momento e non certo avanti nella preparazione atletica.

Se infatti il primo tempo si chiude con il Monza avanti di una sola marcatura, lasciando presagire ad una partita ancora aperta, nella ripresa il passivo raggiunge le cinque reti subite e mette a nudo una compagine a corto di fiato e di gambe, prima ancora che di idee. Sul fronte brianzolo, la squadra è apparsa tonica e già discretamente affiatata, benché il giudizio debba essere confermato al cospetto di un avversario di maggior peso.

Le due tifoserie sacrificano rispettivamente una giornata in spiaggia ed una di motori rombanti non solo per seguire e sostenere i propri colori, ma anche per rinsaldare un rapporto che negli ultimi anni si è fatto sempre più stretto. Ai vecchi tempi, quando conobbi l’oggi convalescente “Chiavenna” tanto per intenderci, si sarebbe sicuramente chiamato gemellaggio, oggi invece si tende ad abbandonare questo termine preferendo amicizia, stima, affinità… Mettetela come volete, fatto sta che le due schiere ultras si ritrovano al comune desco prima del match ed hanno già organizzato la bevuta post gara: sarà perfetta per tutti, sia per chi festeggia la conquista dei tre punti e sia per chi ha bisogno di dimenticare la batosta del campo. Nel mezzo, cioè durante i novanta minuti di gioco, cori di stima reciproci e striscioni a suggello del tutto (scripta, o meglio foto, manent…). Non potevano mancare dediche rivolte a lariani dell’altra sponda, calcistica ovviamente.

Se sotto il profilo estetico la nord bluceleste si presenta disadorna al punto da sembrare quasi allo sbando, nei fatti regala una prestazione encomiabile ed alla quale, realmente, si fatica a trovare critiche. Certo siamo lontani dalle gradinate super gremite dei derby di fine ed inizio millennio, ma i presenti non lesinano sforzi: l’incitamento vocale è costante e spessissimo ben accompagnato da manate e treni. In barba all’afa incombente, insomma, grande attivismo, mentre la goleada subita più che smorzare l’entusiasmo lo fa incanalare in cori di contestazione rivolti alla dirigenza e, in misura minore, ai calciatori. Vero è che, riprendendo uno dei loro cori oggi più graffianti, gli ultras locali meritavano di più.

La curva ospite riserva un bel colpo d’occhio, complice il fatto che la vicinanza della trasferta fa muovere anche quei tifosi un po’ più pigri, ai quali comunque va reso rispetto per la costanza con la quale continuano a seguire, come avviene in talaltre piazze cosiddette minori, i colori del propria città. Il nucleo portante è posizionato al centro della settore ed è oggi ingentilito dalla presenza dell’amico, nonché cofondatore della presente testata giornalistica, Milko.

Gli stendardi appesi alla rete sono di buona fattura ed in giusta proporzione alle presenze; non può mancare la citazione di quello con il bel faccione dell’Artemio… e se non sapete chi è correte a comprate il Dizionario del Cinema…

L’incitamento vocale è costante e sul mio personalissimo cartellino raggiunge l’apice a fine primo tempo, quando, uno a ruota dell’altro, si alzano i cori “vogliamo il bar” e “non beviamo mai analcolici, che schifo!” a sottolineare quell’irrimediabile attitudine ben riassunta nell’acronimo SAB. Manate a volontà, zanzara di scaligera memoria (da tanto non ne vedevo una!) e sciarpata completano la buona prestazione odierna.

Al triplice fischio entrambe le formazioni, pur con animi e lena diversi, non mancano di dirigersi verso le rispettive curve.

Lele Viganò.